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TAURIANOVA (RC), VENERDì 27 SETTEMBRE 2024

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I diritti dei disabili e la questione del “dopo di noi” C’è un grande tema, anche in Calabria, che occupa però spazi piccolissimi, quasi inesistenti, nel dibatto pubblico

I diritti dei disabili e la questione del “dopo di noi”  C’è un grande tema, anche in Calabria, che occupa però spazi piccolissimi, quasi inesistenti, nel dibatto pubblico

di Luigi Pandolfi

C’è un grande tema, anche in Calabria, che occupa però spazi piccolissimi, quasi inesistenti, nel dibatto pubblico. E’ il tema dei diritti delle persone con disabilità. Quei diritti tutelati, almeno in linea di principio, dalla legge 112/2016, in ossequio alla convenzione delle Nazioni Unite ratificata dall’Italia nel 2009.
Questa legge ha rappresentato un punto di svolta nell’approccio alla delicata problematica dei diritti dei disabili. La sua finalità, infatti, è quella di realizzare la piena inclusione delle persone con disabilità e combatte la cultura e la prassi, diffuse nel nostro Paese, secondo cui le persone con disabilità, soprattutto con l’avanzare nell’età dei genitori e dopo la loro morte, debbano essere “istituzionalizzate” per avere le cure necessarie alle loro persone.
L’esclusione e la vita in strutture depersonalizzanti era la condizione e il “destino” delle persone con disabilità, impossibilitati a condurre una vita autonoma. La legge 112/2016 ribalta questa cultura e questa prassi. Offre alle persone con disabilità la possibilità, per tutta la durata della vita, di un’esistenza, morale e materiale, rispettosa dei loro diritti e della loro dignità.
Tali misure sono rivolte anche e soprattutto ad evitare la “istituzionalizzazione” e a favorire percorsi di de istituzionalizzazione e di supporto alla domiciliarità in abitazioni e/o gruppo appartamento, che riproducono le condizioni abitative e relazionali della casa familiare. La legge favorisce, da questo punto di vista, soluzioni abitative per persone con disabilità che riproducano e/o continuino l’ambiente familiare, nonché soluzioni di cohausing. A tale fine propone strumenti che comprendono il pagamento di affitto, gli oneri di acquisto, locazione, ristrutturazione degli alloggi medesimi, anche sostenendo forme di mutuo aiuto tra persone con disabilità.
A tutt’oggi, nella nostra regione, la legge 112/2016 è rimasta però sostanzialmente sulla carta. Anzi si è continuato con la vecchia prassi di favorire e finanziare iniziative private, che ripropongono, crudamente e/o sotto mentite spoglie, la istituzionalizzazione e l’esclusione delle persone con disabilità e perpetuano la cultura e la prassi della esclusione e della negazione dei diritti delle persone fragili.
Per questo, sarebbe importante istituire una commissione regionale permanente per realizzare il fine della legge 112/2016, ostacolando la istituzionalizzazione, favorendo l’adozione di misure alternative al “dopo di noi”. Ma non solo. Altre misure potrebbero essere quelle dirette ad istituire la figura del caragiver familiare, onde facilitare il parente e/o la persona nominata con atto pubblico (trust, amministratore fiduciario ecc) ad assistere la persona con disabilità, ma anche aiuti economici alle famiglie intenzionate ad associarsi e/o la creazione di “gruppo-appartamento, incentivi alle ONG, per sostenere attività delle persone con disabilità volte anche alla modificabilità cognitiva e comportamentale delle stesse, allo sviluppo di una vita di relazione e di affettività, fino all’implementazione ed al potenziamento di una rete provinciale e regionale dei garanti cittadini della disabilità, al fine di rispondere alle esigenze delle persone fragili e alla tutela dei loro diritti e della loro dignità.
Una grande questione, insomma. Di cui la politica e le istituzioni dovrebbero occuparsi seriamente.