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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 04 LUGLIO 2024

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I Garanti Marziale e Lomonaco interessano l’ordine dei giornalisti e la magistratura In merito ad una testata online che ha pubblicato i dettagli sulla violenza alla minore

I Garanti Marziale e Lomonaco interessano l’ordine dei giornalisti e la magistratura In merito ad una testata online che ha pubblicato i dettagli sulla violenza alla minore

“Dove non c’è stampa libera non c’è cultura, ma dove non c’è stampa sensibile ed attenta si annida il grave pericolo di cannibalizzazione dei fatti, con la semplice ed evidente conseguenza che si compia altra violenza sulle vittime”: è quanto sostengono in una nota congiunta Antonio Marziale, Garante per l’infanzia e l’adolescenza e Antonio Lomonaco, Garante per le vittime di reato, entrambi della Regione Calabria.
“È quanto accaduto quest’oggi – specificano i Garanti – a causa della pubblicazione di un articolo su una testata online, in cui si è indugiato su particolari raccapriccianti concernenti un orribile fatto di cronaca accaduto in provincia di Catanzaro, che ha avuto come vittima una bimba di appena 11 anni, deprecabile sin dal titolo”.
“Siamo convinti – continuano Lomonaco e Marziale – che l’Ordine dei Giornalisti, chiamato come qualsiasi altro Ordine a vigilare anche sulla correttezza dell’operato degli iscritti, non resterà indifferente dinanzi a quella che, per ora, definiremmo una “leggerezza” in capo alla governance della testata in questione. È necessario trovare al più presto una via condivisa che non comprima la libertà di cronaca, ma che, al contempo, non leda la dignità delle persone coinvolte in simili fatti di cronaca, specie se minorenni, anche nel rispetto della sensibilità dei lettori”.
“Ciò che ci lascia allibiti è come chi ha scritto l’articolo sia in possesso di particolari sensibili tanto dettagliati – evidenziano infine i Garanti – e virgolettati. Per tale ragione notifichiamo le nostre rimostranze anche alla presidente del Tribunale per i minorenni di Catanzaro Teresa Chiodo ed alla procuratrice della Repubblica presso lo stesso Tribunale, Alessandra Ruberto”.