I Madonnari conquistano la città di Taurianova La tre giorni si conferma regina dell’estate
Prefazione “Il mondo non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale”.
I “Madonnari” degli Amici del Palco sono tornati. La bellezza dell’arte itinerante è di scena a Taurianova. Confermando di essere l’evento principe delle manifestazioni culturali della città e la punta di diamante del programma estivo, voluto all’Amministrazione comunale, dall’assessore alla cultura Luigi “Anita” Mamone (perché i Madonnari sono Cultura), il quale non si comprende la sua assenza alla conferenza di presentazione del programma estivo, il “Taurianova Summer”, che non è una canzone di Sammy Barbot, ma il calendario degli eventi estivi. Firmato (solo) dall’assessore “cadetto” Raffaele Loprete (e per atto dovuto, in quanto delegante, il nostro amato sindaco con le iniziali Fabio Scionti). Le definizioni, “intenso e vario”, e che consente “momenti di aggregazione piacevoli e godibili”, e aggiungo, soprattutto gratuiti, è favorito soprattutto dall’evento della tre giorni (3, 4 e 5 agosto), dei Madonnari degli Amici del Palco, e solo da loro con i loro immensi sacrifici insieme alla passione di porre in essere un evento straordinario che è sotto gli occhi di tutti. Le differenze e la qualità vige nei particolari, nella fatica, in quel sudore che scolpisce i visi stanchi e la polvere che sale incurante nei loro sforzi. La paura e l’ansia di partorire qualcosa che darà tre giorni di “sollievo” culturale, violentando quella “quiete cimiteriale” che impera nelle serate estive di questa città, mentre altre realtà della Piana godono di movida e divertimenti partecipative. Finanche il mercato settimanale del venerdì in un’altra città limitrofa è affollata da taurianovesi. Mi verrebbe da chiedere agli Amici del palco di organizzare il mercato del giovedì, ma non lo farò, però il sasso l’ho lanciato e la mia mano è ben visibile.
La tre giorni dei Madonnari è un evento di miracolose attitudini culturali, tra luci magiche che illuminano i palazzi, artisti che viaggiano per il mondo ed essere come lo specchio di Shaw, la strada, gli angoli di una città, e che osservando in quegli istanti il loro viso, creano opere d’arte per guardare la propria anima. Oltre quaranta Madonnari che hanno inebriato il corso principale della città di disegni rinascimentali che rappresentano la Madonna, la figura di Maria (e non di Nino il Moro, seppur anch’esso “rinascimentale”). La capacità di un gessetto capace di fare magie che disegna arcobaleni di emozioni. I Madonnari arrivano da ogni parte del mondo, non solo italiani anche vietnamiti, due nigeriani che hanno avuto un permesso per essere presenti, c’è la messicana che ha vinto il titolo maestro madonnaro del Festival Bellavia Moterey in Messico con un premio in denaro per essere presente nel concorso taurianovese. Ci sono giapponesi, bulgari, egiziani e altri ancora. C’è un fuori concorso, oltre a Graziano Tomarchio che riprende l’evento ma non disegna, c’è un fuoriclasse come Vito Mercurio che sta realizzando un’opera in 4D di straordinaria bellezza. E poi, musica, cabaret, divertimenti per far sì che tutto ciò si trasformi in lietezza e fierezza di stare insieme con approfondimenti culturali dell’anima, condizione molto rara in un mondo invaso dalla tecnologia patologica e da “rimasugli di cittadinanza”. Madonnari che lavorano con le mani e la testa, ovvero quegli artisti che rispecchiano il pensiero del poverello di Assisi. Nella tre giorni dei Madonnari, si può uscire per godere della bellezza di una spensierata passeggiata (gratuita diciannovemila volte di più). L’arte è quella sensazione che inebria irrazionalmente l’anima, quell’attimo che invade la curiosità attraverso gli occhi. Che restando involontariamente ammaliati dall’immenso riflesso artistico, come fosse un canto delle sirene, si trasformani in corrieri dell’anima. Questi sono i Madonnari, questi sono le passioni che gli Amici del Palco con umiltà e impegno hanno cercato di trasmettere grazie ai veri protagonisti delle tre serate, loro, i Madonnari.
Ps. Mentre scrivo si odono da lontano tuoni minacciosi, mi auguro che siano solo rumori innocui e che la temuta pioggia non arrivi a guastare questo magico contesto urbano. Facciamo affidamento agli scongiuri e soprattutto urge l’intervento del primo cittadino Fabio Scionti per una soluzione apotropaica del suo più fedele alleato….a buon intenditor…