I missini catanzaresi cercano soluzioni per il capoluogo Gli iscritti al MSI-FT di Catanzaro si sono dati appuntamento lo scorso weekend per discutere lo stato della politica cittadina
Militanti e dirigenti missini della Sezione Cittadina del MSI-Fiamma Tricolore si sono riuniti nello scorso fine settimana per la disamina dell’attualità politica di Catanzaro, capoluogo di regione che versa in un degrado etico-ambientale che lo ha portato in un tunnel da cui non si riescono a vedere barlumi di luce.
Raccolta dei rifiuti, svuotamento del centro storico ed abbandono delle periferie, perdita dell’effettivo ruolo di capoluogo regionale, trasporti, sicurezza, scandali della classe politica, questi per grandi linee, e scusate se è poco, gli argomenti sollevati e discussi dai tantissimi militanti missini che affollavano i locali della Sezione intitolata ai Fratelli Capocasale, nel quartiere Gagliano. Tra di loro una folta delegazione di giovani e giovanissimi (almeno una ventina) che a fine riunione hanno, nella quasi totalità, sottoscritto l’adesione alla Gioventù della Fiamma, organizzazione giovanile del Movimento.
Particolare risalto ha assunto, nel corso della discussione, la “questione morale”, ormai endemica tra gli amministratori cittadini. In merito è stato ricordato che, dopo “mani pulite”, la questione tornò di attualità a Catanzaro con la trasmissione di Iacona “Pane e Politica”, all’epoca della campagna elettorale comunale che vide Olivo prevalere su Cimino (e relative polemiche a seguito dello “strappo” di Michele Traversa al ballottaggio); e dopo ci furono le elezioni, “ripetute” in alcuni seggi per presunti brogli; e ancora “Catanzaropoli”. Con sul palcoscenico e dietro le quinte quasi sempre le stesse figure.
Oggi, da quanto pare emergere da alcuni interventi, si prospetta all’orizzonte una nuova puntata di questa lunga telenovela, quella relativa ad alcuni consiglieri, in assoluta appartenenza bipartisan all’intero sistema di sinistracentrodestra, assunti recentemente anche in posizioni apicali da aziende private, che percepiscono lauti rimborsi dall’Amministrazione Comunale per la loro assidua partecipazione alle commissioni di cui fanno parte, fatti che hanno già sollevato polemiche “anti-Casta” in diversi enti comunali e provinciali in tutt’Italia. Certamente niente di penalmente rilevante ma certamente ed assolutamente tanto di poco etico, per cui è assolutamente comprensibile la domanda che è nata spontanea a tanti dei presenti: quale sarebbe l’utilità dell’azienda ad assumere un consigliere comunale di Catanzaro che sa, sin dall’inizio, di non poter avere a disposizione nella “forza lavoro” per un bel po’ di tempo? Magari potremo avere dai posteri una risposta e intanto non possiamo fare a meno di pensare, in ossequio al celebre motto andreottiano, a cosa accadrebbe se si venisse a sapere tra qualche tempo che le aziende in questione hanno avuto “facilitazioni” su pratiche cui fossero interessate.