I “Marchiati” del giornalista Alessandro Russo inaugurano l’anfiteatro del lungomare lametino
redazione | Il 26, Lug 2014
“Con questo libro, non si cerca di difendere l’indifendibile, ma solo dimostrare che il racconto della Calabria da parte degli organi di informazione nazionali è troppo spesso frutto di stereotipi e pregiudizi, che hanno alimentato nel tempo una sorta di “calabrofobia” per cui “calabrese” diventa sinonimo di tutto ciò che di peggio possa esserci nel genere umano”
I “Marchiati” del giornalista Alessandro Russo inaugurano l’anfiteatro del lungomare lametino
“Con questo libro, non si cerca di difendere l’indifendibile, ma solo dimostrare che il racconto della Calabria da parte degli organi di informazione nazionali è troppo spesso frutto di stereotipi e pregiudizi, che hanno alimentato nel tempo una sorta di “calabrofobia” per cui “calabrese” diventa sinonimo di tutto ciò che di peggio possa esserci nel genere umano”
La “fuga da film” di Domenico Cutrì, nato e cresciuto a Milano, troppo mediaticamente accattivante per non essere accostata al modus operandi della ‘ndrangheta calabrese. La tragedia di Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa a Corigliano Calabro, raccontata come l’emblema di una Calabria dove “è normale sentirsi dire cittu ca si fimmina”. Fino alle telecamere della Bbc che, arrivate a Reggio e non trovando il Vietnam raccontato da Giorgio Bocca, lo costruiscono ad arte per fare notizia.
Questi alcuni dei “marchi” sulla Calabria e i calabresi raccontati nel libro “Marchiati” del giornalista Alessandro Russo, presentato a Lamezia Terme sul Lungomare “Falcone – Borsellino”, prima iniziativa pubblica nell’arena realizzata nell’ambito dei lavori di ampliamento organizzata dall’associazione culturale InOper@ con il patrocinio del Comune di Lamezia Terme e il contributo volontario di alcune aziende lametine che hanno offerto una degustazione enogastronomica. Ad animare la serata la performance musicale della band lametina di Salvatore Perri “Perri+TheSeahorses”, con l’allestimento artistico di Fernando Cimorelli.
“Con questo libro, non si cerca di difendere l’indifendibile, ma solo dimostrare che il racconto della Calabria da parte degli organi di informazione nazionali è troppo spesso frutto di stereotipi e pregiudizi, che hanno alimentato nel tempo una sorta di “calabrofobia” per cui “calabrese” diventa sinonimo di tutto ciò che di peggio possa esserci nel genere umano”, ha affermato l’autore evidenziando come “se da un lato in Calabria ci sono professionisti che fanno buona informazione senza se e senza ma come ci dimostra la recente vicenda de l’Ora della Calabria, dall’altro esiste un complesso di inferiorità nell’informazione calabrese che a volte sfocia in un provincialismo, in un’adesione asettica alla tesi delle cosiddette grandi firme”. E se la politica calabrese ha certamente le sue colpe e i suoi vizi, non si può liquidare tutto con l’immagine comica di Cettolaqualunque: “non si può prescindere dalla politica”, ha detto il direttore di Scirocconews, “con l’antipolitica non si cambia nulla, lo si può fare solo con la buona politica, quella che si fa dal basso, come anche noi in un certo senso stiamo facendo questa sera interrogandoci per maturare un approccio critico e costruttivo rispetto alla nostra regione”.
Tra i calabresi “‘ndranghetisti” , i pregiudizi e l’antimafia “con la partita Iva”, c’è per Alessandro Russo “una Calabria normale, fatta di tanti calabresi onesti che giorno dopo giorno resistono lottano dai riflettori per strappare metro dopo metro questa terra ai suoi mali secolari e riscattarla”.
“Oltre la Calabria degli stereotipi, c’è la Calabria dei ragazzi che scelgono di trascorrere l’estate nei campi di Libera, la Calabria che custodisce e valorizza la memoria di chi ha pagato con la vita il prezzo di non piegarsi alla criminalità organizzata, una Calabria con tanti volti positivi troppo spesso non raccontati e non conosciuti” ha affermato Sabrina Garofalo referente di “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” evidenziando la necessità di “fare rete tra tutti coloro che quotidianamente si sforzano di superare con atti concreti i cliché negativi con cui questa regione viene raccontata”.
Presenti il Sindaco Gianni Speranza e l’Assessore Rosario Piccioni per il quale “l’iniziativa di questa sera è la dimostrazione che opere come questo Lungomare appartengono a tutti i cittadini e le si rende vive partendo dal basso, mettendo insieme le tante belle realtà culturali cresciute in questi anni nella nostra città”.