I rincari nella spesa alimentare è da sciacalli, specie ai tempi del Coronavirus Molte associazioni di categoria, finanche l'Agcom stanno mettendo in guardi contro lo "sciacallaggio" delle catene di distribuzione che sfruttano il momento per aumentare i prezzi, mentre c'è gente che muore di fame. A Taurianova si attendono i buoni per 144mila euro, non sarebbe male iniziare a capire come vigilare
Ripercorrendo le parole di Chesterton le quali ribadendo che in questa vita “non soltanto siamo tutti sulla stessa barca, ma soffriamo tutti lo stesso mal di mare”. Oggi più che mai quel mare ci sta facendo annegare in maniera inesorabile, indiscriminata e senza distinzioni di sorta. Il suo nome è orribile, si chiama “Coronavirus”.
Ovviamente la riflessione avrà come condizione la componete del condizionale, nessun “J’accuse”, ma solo un ponte di collegamento con chi ha già lanciato l’allarme sul rincaro dei prezzi nella filiera alimentare. I beni cosiddetti di prima necessità (così come altri prodotti), hanno subito un rincaro (inopportuno di questi tempi), anche del 20% e anche oltre.
Molte associazioni di categoria, cooperative di produttori, come pure la Federconsumatori, addirittura parlano di “sciacallaggio” nella grande distribuzione, rei di acquistare prodotti come ad esempio quelli agricoli a prezzi bassissimi, ma che poi vengono rivenduti nei loro supermercati a prezzi (onestamente) esagerati. Ciò non va bene se fosse vera la cosa perché non solo si presenta uno sciacallaggio inopportuno ma anche sarebbe opportuno un serrato controllo della Guardia di Finanza e punire chi si macchia di questi “espedienti” inopportuni in un periodo dove l’unità di intenti se non è accompagnata dalla solidarietà, si perderebbe in quel mare nel quale oggi stiamo navigando a fatica per non finire affogati e, non con pochi sacrifici, umani, sociali ed economici.
I sacrifici sono di tutti, nessuno dev’essere escluso o tirarsi indietro. Il concetto di solidarietà in momenti bui come questi è un “investimento” che non finisce mai. Verrà ricordato come il più produttivo nei riguardi dell’umanità intera, tutti insieme dobbiamo attuarlo. Le speculazioni e lo sciacallaggio lasciamolo fare a chi della sensibilità ne fa carne da macello.
Noi stessi abbiamo fatto dei paragono con alcuni volantini delle catene alimentari, e purtroppo con immenso rammarico abbiamo potuto constatare che ci sono realmente dei rincari che vanno dal 10 al 20% sui prodotti di prima necessità. Quelli che servono per mangiare, per “sopravvivere”. Il lucro in un momento terribile come questo, dove molte volte abbiamo visto l’assalto dei supermercati e trarre profitto da questo, non è umanamente possibile, è come un crimine da sciacalli che di cibano delle carogne.
Eppure, ci siamo pure documentati con altre categorie che hanno denunciato questo modus e abbiamo scoperto con sorpresa che il problema esiste, è reale. Perché se un’Authority come l’Agcom lancia un appello dicendo “Segnalate a noi chi se ne approfitta”, il dubbio sullo “sciacallaggio” rimane. E a spese di chi? Della povera gente? Di quelli che oggi sono aiutati dalle associazioni perché c’è un maledetto virus che sta debellando un paese intero, e ci sono persone nel terzo millennio che fanno la fame? Qual è la medaglia al valore che si riceverà dopo queste (abbiette) azioni? Nulla, semmai, e solo per chi ha una coscienza, solo una medaglia al rimorso, ma che alla fine del giorno non servirà a nulla.
È di questi giorni la notizia arrivata dal torinese in un supermercato della catena Conad dove sono stati trovati pane e olio a prezzi raddoppiati, e incrementi fino al 200%. Conad, appresa la notizia, ha proceduto alla risoluzione della licenza d’uso del marchio nei confronti del punto vendita incriminato. Approfittare del momento, è puro sciacallaggio. Non fanno parte dei vizi, come la sigaretta che tra le altri cose è in antitesi alla salute stessa, quello di fumare e altresì darsi un tono, alla fine si è pure due volte imbecilli e puzzano pure.
Taurianova, viene menzionata perché città sede della Redazione, a breve dovrà spendere in buoni per un’ordinanza della Prociv circa 144mila euro, ma a favore di chi? E quando” E come, in che modo saranno stabiliti e definiti i cosiddetti “buoni”?
Già il problema si pone, cerchiamo anche dietro il suggerimento del Premier Conte di venirci incontro, soprattutto abbassando i prezzi, perché l’emergenza riguarda tutti, così come pure la solidarietà e l’unione delle forze. Solo così potremmo definirci un paese civile, ma soprattutto moderno, camminando a testa alta.