di Domenico Latino
GIOIA TAURO – Come da previsioni, gli attivisti del Comitato Fiume, residenti nell’omonimo quartiere a ridosso del depuratore consortile IAM, hanno dissotterrato l’ascia di guerra e sono nuovamente sulle barricate con l’obiettivo di ottenere la chiusura della linea dove conferiscono le autocisterne provenienti da fuori regione.
I timori dei cittadini, preoccupati per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della salute pubblica, sono riaffiorati in tutta la loro intensità dopo quanto emerso dall’inchiesta della Procura di Potenza che ha scoperchiato il presunto scandalo del centro oli ENI di Viggiano, da dove, secondo le accuse, partiva un traffico illecito di rifiuti pericolosi smaltiti anche nei principali impianti di trattamento regionali, tra cui quello di contrada Lamia.
I manifestanti si sono ritrovati ieri mattina, intorno alle 9, davanti i cancelli dell’azienda e, muniti di striscioni, hanno allestito un sit in h24 che sta andando avanti ad oltranza. La protesta, in un primo momento solo dimostrativa, si è improvvisamente inasprita nel pomeriggio all’arrivo di altri due “bottini” che, sommati al via vai delle ore precedenti, avevano raggiunto la dozzina.
Si è dato quindi inizio ad un blocco deciso dei mezzi che sarebbe dovuto proseguire fino a quando il presidente Oliverio non si fosse reso disponibile a un confronto. Massiccia la presenza degli agenti di Polizia che sono confluiti sul posto insieme al primo dirigente del locale Commissariato, Pietro Paolo Auriemma, il quale vanta alle spalle una forte esperienza di ordine pubblico visto che, in passato, si è occupato dell’emergenza rifiuti in Campania e delle violente agitazioni contro la realizzazione dell’inceneritore di Acerra e la discarica di Terzigno.
Dopo un’abile opera di mediazione, Auriemma ha convinto i manifestanti a desistere dall’iniziativa garantendo ai presenti la massima attenzione e impegnandosi ad organizzare un servizio interforze con il corpo Forestale e la Polizia Provinciale per le analisi periodiche ma costanti dei reflui contenuti nelle autobotti.
Verso le 17 i camion sono stati fatti entrare all’interno del depuratore dove, alla presenza delle forze dell’Ordine e dei principali esponenti del Comitato, sono stati immediatamente prelevati i primi campioni destinati al laboratorio analisi interno. Una curiosità: ad effettuare le sopracitate operazioni sopra le cisterne sono stati gli stessi autotrasportatori i quali hanno poi consegnato le provette ai tecnici preposti.
Questa pare sia la prassi perché, come è stato spiegato, si tende ad evitare che avvengano degli infortuni ai danni di terzi nell’atto di salire le scalette del mezzo. Il presidio ancora in corso è continuato per tutta notte, con i manifestanti che si sono avvicendati nei turni trovando riparo all’interno delle proprie automobili disposte opportunamente a ridosso dello stabilimento.
Sempre uguali le durissime istanze: si chiede l’azzeramento dei vertici IAM e la chiusura definitiva della linea che tratta quei liquami, con il mantenimento della sola attività di depurazione delle acque che confluiscono dai comuni collegati alla rete. La battaglia è dura, ma il Comitato sembra proprio intenzionato a non mollare.