Idm Giovani contro il gioco d’azzardo "Si approvi la legge regionale"
Negli ultimi anni si sente molto parlare di “gioco d’azzardo”, fuorviante nell’espressione del termine, è diventato una vera e propria piaga sociale e le statistiche ne sono la prova. Il numero di giocatori d’azzardo è in continuo aumento e il dato più preoccupante è che la maggior parte sono giovani. Dalle ultime indagini è, infatti, emerso che il 27% dei giocatori ha un’età compresa tra i 12 e i 18 anni e, considerato che il gioco d’azzardo è vietato ai minori, non ci resta che chiederci se le norme ad oggi vigenti siano efficaci oltre che sufficienti. Le cifre in aumento sono sintomo di un disagio poco controllato che sta dilagando, è per questo motivo che tale fenomeno deve essere controllato e la popolazione tutelata, soprattutto considerando che a cadere in questa spirale sono proprio le fasce più deboli.
L’adrenalina, la voglia di mettersi in gioco e sfidare la sorte, spinge queste persone a dimenticare che tutto ha un prezzo, non si vince niente per niente. Le conseguenze del gioco d’azzardo sono terribili e ricadono non solo sul giocatore ma a farne le spese maggiori sono le famiglie che si trovano a fronteggiare i problemi, in particolar modo economici, causate dal gambling.
È stato calcolato che per ogni individuo schiavo del gioco ce ne sono altri sette costretti a soffrire con lui.
Le giocate compulsive degli italiani, hanno prodotto nel 2016 un business di oltre 98 miliardi di euro annui che sono sottratti all’economia reale perché indeboliscono il potere d’acquisto della popolazione, di conseguenza impoveriscono le famiglie, per non calcolare i danni indiretti prodotti sul servizio sanitario nazionale, pari a circa sei miliardi di euro.
Il Disturbo da Gioco d’Azzardo è infatti inserito nel DSM 5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, nel capitolo delle dipendenze, è dunque riconosciuto lo status di patologia. La normativa nazionale e quella europea purtroppo rispondono soltanto in parte al contrasto al fenomeno, il grosso, anche in termini di efficacia, è demandato alle regioni. Il Sud d’Italia, ovvie le ragioni, con la Calabria ai vertici delle statistiche, è maggiormente colpito.
Fa male constatare che la nostra regione è una delle poche a non aver approvato ancora una legge ad hoc eppure già nel 2015 i consiglieri regionali, Orlandino Greco e Franco Sergio, hanno depositato una proposta recante: “Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico”. Come si legge nella stessa: “La presente legge reca disposizioni finalizzate alla prevenzione e al contrasto di forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito, nonché al trattamento e al recupero delle persone che ne sono affette e al supporto delle loro famiglie.
Stabilisce, inoltre, misure volte a contenere l’impatto negativo delle attività connesse alla pratica del gioco d’azzardo lecito sulla sicurezza urbana, sulla viabilità, sull’inquinamento acustico e sul governo del territorio”.
Particolare attenzione è posta, non solo nei confronti dei destinatari diretti dell’intervento verso i quali sono previsti percorsi di riabilitazione ma è prevista l’assistenza anche verso le famiglie della persona affetta da ludopatia. È presente, inoltre, l’istituzione di un numero verde dedicato a coloro i quali volessero chiedere aiuto o semplicemente avere informazioni a riguardo.
Promuove la conoscenza, l’informazione, la formazione e l’aggiornamento degli esercenti, degli operatori di polizia locale, degli operatori sociali, sociosanitari e sanitari. Prevede l’erogazione di materiale informativo sui rischi correlati al gioco d’azzardo da lasciare nelle sale da gioco e lascia la competenza ai comuni che dovranno effettuare controlli, tramite la polizia locale sugli esercizi, a tutela delle categorie di soggetti più vulnerabili, come appunto i giovani. È vietata la collocazione di nuove slot machine che si trovino a una distanza, inferiore a cinquecento metri da scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture sanitarie e qualsiasi luogo di aggregazione giovanile. L’approvazione della Legge è necessaria e fondamentale per il contrasto al fenomeno ma nonostante siano passati ben due anni da quando la Legge Greco- Sergio è stata deposita, questa giace nel dimenticatoio del Consiglio regionale.
Noi giovani de L’Italia del Meridione, non possiamo che unirci con forza e convinzione all’appello del nostro leader, Orlandino Greco, che scrive: “Diventa fondamentale che la Regione si faccia carico della problematica, approvando la legge, che è rimasta imbrigliata (come sta accadendo sempre più spesso!) nelle maglie della burocrazia e, seguendo un iter tortuoso, non riesce dal 2015 ad essere approvata. Il mio rammarico e disappunto nuovamente tuonano contro la mancanza da parte della politica di dare risposte concrete e repentine, trovando il suo maggior ostacolo proprio nella massima assise del Consiglio Regionale”.
È giunto il momento che la politica, in particolar modo chi ci rappresenta, s’impegni in maniera concreta e fattiva per risolvere quella che oramai può essere considerata una vera e propria emergenza, a maggior ragione con più senso di responsabilità quando le vittime principali sono i giovani.
Maria Concetta Filippelli, Fabrizio Perna
IDM GIOVANI