«Ignobile l’azione di chi infanga il nome della città di Rossano» Il sindaco Antoniotti al Consiglio comunale: «Se qualcuno crede che la stabilità democratica dell’Ente sia a rischio lo denunci»
ROSSANO (Cs) – Il tentativo maldestro di infondere paura tra i cittadini, paventando situazioni di illegalità diffusa all’interno dell’apparato amministrativo comunale e addirittura facendo temere per un alone di corruzione che attornierebbe il municipio, è un atto ignobile che mortifica l’onorabilità di una Città. Non si può sparare a zero, lanciando accuse gravi, pesanti e prive di ogni fondamento all’indirizzo della struttura politica e burocratica municipale senza alcuna prova. Queste sono calunnie, partorite dalla mente di chi, evidentemente, con non poca coda di paglia e con l’obiettivo sotteso di attaccare l’avversario, continua a discreditare un’intera comunità. Se qualche ex consigliere è a conoscenza di fatti e circostanze che possano mettere a rischio la stabilità democratica del nostro Comune le denunci, con dati alla mano, alle autorità competenti. Altrimenti taccia e chieda scusa ai rossanesi, per le menzogne e le cattiverie di cui si è reso artefice. Un pensiero, questo, che condivido con le forze di maggioranza e opposizione e che credo possa essere la testimonianza del cammino politico-amministrativo cristallino che ha sempre contraddistinto Rossano.
È quanto ha scandito con forza e chiarezza il sindaco Giuseppe Antoniotti nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, riunitosi ieri (venerdì 12 giugno), per discutere, a seguito dell’interrogazione presentata dai gruppi di Minoranza, anche di ordine e legalità e fare chiarezza sulle illazioni e accuse lanciate di recente dall’ex consigliere comunale Ernesto Rapani.
La scorrettissima strategia – ha detto il Primo Cittadino nel corso del suo intervento – adottata da qualche ex consigliere per creare spauracchi inutili ed infondere paure e fomentare pettegolezzi, ha raggiunto il suo culmine. Non si può insinuare che nella classe politica e dirigente che regge un Comune importante e strategico come Rossano possa essere concreto un rischio corruzione senza avere la benché minima prova nelle mani. È un comportamento deprecabile che non trova alcuna giustificazione. Soprattutto se lo si persevera nonostante sia la Corte dei Conti che la Procura della Repubblica e addirittura l’autorità nazionale anticorruzione, alle quali l’ex consigliere ha fatto continuo appello, non hanno mai rilevato alcuna anomalia. Non è consentito a nessuno sparare nel mucchio, soprattutto a chi tenta di farlo per infangare l’onorabilità di questa Amministrazione comunale con l’obiettivo, del tutto improbabile, di ricostruirsi una verginità politica. La calunnia, del resto, è un comportamento perseguibile per legge. Soprattutto se non è suffragata da fatti e circostanze. Anche se sarebbe opportuno che qualcuno, piuttosto che dedicarsi al pettegolezzo da marciapiede e prima di discreditare ingiustamente una Città intera, facesse ammenda dei suoi problemi. – Certo – ha aggiunto Antoniotti – ci sono delle attività giudiziarie in corso all’interno dell’apparato comunale, che hanno portato al prelevamento di atti da parte delle Forze dell’Ordine, alle quali va il mio più sentito ringraziamento per la costante collaborazione che continuano a prestare all’Esecutivo cittadino nell’attività di monitoraggio e ripristino della legalità. Ed è doveroso precisare che i contenziosi in atto non riguardano assolutamente l’attività amministrativa dell’Esecutivo cittadino. Questo Sindaco al di là del coinvolgimento nella vicenda della mancata autorizzazione dello scarico dei depuratori – vicenda peraltro ereditata e condivisa con la maggior parte dei Sindaci del territorio – non ha coinvolgimenti giudiziari di nessun’altra natura. Così come mi preme evidenziale che né il sottoscritto e né i miei assessori abbiamo mai ricevuto rinvii a giudizio o condanne. Questa Giunta e questa Amministrazione comunale operano, per propria scelta, in un palazzo di vetro.