Il cappello inglese di Scionti e Babbo Natale E se si mettesse tutto in discussione?
Quando Fabio Scionti fu eletto a sindaco della città, in tanti speravano in un cambiamento, così come lo stesso slogan recitava durante la (fortunata) campagna elettorale che lo ha visto poi vittorioso al ballottaggio. A dire il vero, è stata una campagna elettorale un tantino anomala perché tra i candidati a sindaco, la battaglia era a tre, ovvero, oltre a Scionti, c’erano l’ex sindaco Rocco Biasi ed una “new entry residenziale”, Cettina Nicolosi. Iniziamo da quest’ultima, una donna come potenziale sindaco, dove tale scettro è saldamente detenuto da Olga Macrì: unico sindaco donna della storia taurianovese. Lei si era presentata con le migliori premesse, faccia pulita, viso carino, sembrava Rapunzel, un personaggio uscito dalla Disney. Attaccata sin dalle prime battute da Biasi il quale la riteneva l’avversario da battere, ma aveva sottovalutato la “fortuna (per ovvie ragioni di fascia oraria, non si utilizzano altri termini)” di Scionti. La Nicolosi fu una debacle elettorale, alcune liste addirittura hanno preso zero voti (sic!), così che Scionti può andare tranquillamente al ballottaggio con Biasi. Quest’ultimo sembra “resuscitato”, nessuno avrebbe scommesso visti i suoi precedenti amministrativi, le polemiche che hanno portato molti strascichi, le diverse vicissitudini, dove che ancora oggi si pagano le conseguenze (ma questa è o sarà un’altra storia).
Mentre Biasi lotta con i denti ed a volte con le vene, che gli escono dal collo, facendo trasformare il suo viso paonazzo tra i capelli oramai bianchi, l’immancabile sorriso (scolpito), e con la compagnia (purtroppo) di un paio di occhiali, l’età passa pure lui! Scionti no. Lui è fresco, sembra sempre un uovo di giornata. Portato come un “santo patrono” a spalla tra un incontro e l’altro, e siccome lui è leggero come una piuma, si fa trasportare. E lo fa senza esitare, perchè convinto di avere un “compagno di viaggio” molto particolare e che pochi, “a posteriori” hanno tale beneficio. Tant’è che vince il ballottaggio, diventa sindaco grazie all’importante apporto della coalizione perdente della Nicolosi. Purchè non vinca Biasi, si sceglie Scionti senza se e senza ma. Rocco Sposato diventa una pedina fondamentale per Scionti e lo sarà anche in seguito, mentre la Nicolosi critica l’attuale maggioranza con comunicati stampa e argomentazioni politiche, Sposato fa i fatti, in silenzio si siede e “mantiene” seduto sulla sedia il sindaco Scionti regalandogli un voto in più, e lo fa pure bene. Rocco Sposato dice di farlo per il bene di Taurianova e non per un tornaconto personale, e noi gli crediamo. E lo fa talmente bene che nell’ultimo consiglio comunale come anche negli scenari della politica taurianovese riesce a mettere in secondo piano la fuoriuscita dalla maggioranza (però come cambio posto e non come opposizione), del duo delle meraviglie Lazzaro-Morabito (e si ribadisce che l’ordine è sempre alfabetico e non per importanza), prendendosi lo scettro del “salvatore”.
“Sii sempre, e resta, fedele a te stesso; ne seguirà, come la notte al giorno, che non sarai sleale con nessuno”, diceva un signore inglese. Ovviamente Scionti sta seguendo il suo consiglio visto che Shakespeare è inglese come il suo cappello (proveniente dall’Inghilterra direttamente, così dice lui. Crediamogli, tanto è gratis). Gastone Paperone appare sempre con un cappello anche se ben diverso da quello di Scionti. Con il quale l’altra sera in preda al freddo ne indossava uno (precisiamo di nuovo, proveniente dall’Inghilterra), in cui con un viso “datato”, si faceva immortalare a fianco di un Babbo Natale.
Perché questa lunga premessa? Semplicemente per un’interpretazione reale di quelle che sono le esigenze di una città sempre più socialmente repressa, e dove un altro commissariamento sarebbe una mannaja e quindi, perché lasciarla in ansia con la spada di Damocle sulla testa? Oddio anche in questa leggenda la fortuna fa da padrone. Caspita, Scionti è fortunato anche negli aneddoti di paragone, a sua insaputa.
Ora, le responsabilità dovrebbero essere di pari grado tra chi ha vinto e chi ha perso, ognuno con il proprio ruolo, certamente, e non con un tornaconto personale e se tale non c’è, allora il sindaco deve andarsene a casa. Che razza di amore è per la città questo? Riempirsi la bocca di legalità, trasparenza, bene comune, cambiamento è cosa giusta e nobile, ma alle azioni devono corrispondere fatti e comportamenti. Altrimenti ci ritroviamo sempre con un Gastone Paperone Scionti, il quale oltre al cappello (dell’Inghilterra), non potrà fare a meno del suo bastone (che in questo caso è una “stampella”) ed ovviamente del supporto nelle citazioni di “Obama” Falleti.
Dato che Scionti ha dichiarato che è cresciuto con un francescano, il povero San Francesco di Assisi scrisse, “Se qualcuno ci colpirà su una guancia gli offriremo anche l’altra. Se qualcuno ci porterà via il vestito, gli daremo anche il mantello”, e sappiamo che, qualsiasi cosa accadrà lui la ritroverà sempre in ogni caso dietro qualche angolo, sempre per “a posteriori”. Ma porgere una guancia e dare un segnale di apertura a contribuire per una discussione costruttiva, anche ponendo in essere la rivisitazione della squadra amministrativa, onde favorire un rilancio dell’azione di governance amministrativa, non sarebbe da scartare. Basta credere in ciò che si dice ed in ciò che si crede. “Avanti tutta” con sempre “a posteriori” e Buon Natale!