Da tempo era malato di Parkinson. Si è aggravato dopo un’ultima crisi, cominciata a metà agosto. Se ne va a 85 anni
Il cardinale Martini è morto «Ha rifiutato l’accanimento terapeutico»
Da tempo era malato di Parkinson. Si è aggravato dopo un’ultima crisi, cominciata a metà agosto. Se ne va a 85 anni
MILANO – Il cardinale Carlo Maria Martini è morto. Da tempo era malato di Parkinson e stamani il suo medico aveva detto che era «entrato in fase terminale. Dopo un’ultima crisi, cominciata a metà agosto, non è più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all’ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico», ha detto il neurologo Gianni Pezzoli, che da anni ha in cura l’arcivescovo emerito di Milano le cui condizioni di salute si sono aggravate negli ultimi giorni. Ieri l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, aveva invitato «tutti i fedeli della Diocesi e a quanti l’hanno caro» a pregare per lui.
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Il Parkinson. «Il cardinal Martini soffriva di Parkinson da tanto tempo, circa 16 anni, e ha sempre dichiarato la sua malattia», ricorda Pezzoli, responsabile del Centro per la malattia di Parkinson e i disturbi del movimento degli Istituti clinici di perfezionamento (Icp) di Milano. Il neurologo, cofondatore e presidente dell’Associazione italiana parkinsoniani (Aip), ha seguito l’arcivescovo emerito «negli ultimi 10 anni» e «l’ho visto anche questa mattina».
Gli anni all’Aloisianum. Negli ultimi anni di vita, dopo il suo ritorno da Gerusalemme per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, il cardinal Martini è stato ospite dell’Aloisianum, un importante Istituto di studi Filosofici gestito dai Gesuiti dove il sacerdote in anni passati aveva studiato. L’ultimo piano del complesso è infatti attrezzato per ospitare gesuiti anziani lungodegenti o con necessità di cure. Il nome della struttura deriva da Aloisius (Luigi in latino) ed è dedicata a San Luigi Gonzaga. L’istituto è nato nel 1839, per ospitare un seminario degli aspiranti gesuiti, grazie ad una generosa donazione della contessa Rosa Piantanida Bassetti Ottolini. Sorge alla periferia di Gallarate, nel rione Ronchi, un tempo proprietà dei Bassetti.
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