Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 GENNAIO 2025

Torna su

Torna su

 
 

Il catanzarese Miguel Rechichi, relatore e direttore scientifico a Baltimora

| Il 14, Lug 2014

Innovative tecniche parachirurgiche per il cheratocono

di VINCENZO URSINI

Il catanzarese Miguel Rechichi, relatore e direttore scientifico a Baltimora

Innovative tecniche parachirurgiche per il cheratocono

 

di Vincenzo Ursini

 

 

Miguel Rechichi, dottore di ricerca e noto oculista catanzarese, è stato invitato a presiedere al 4th Congresso Internazionale di Oftalmologia Clinica e sperimentale a Baltimora (Stati Uniti), in qualità di relatore e direttore scientifico nella sessione “Research Trends in Surgical and Medical Ophthalmology”. Un nuovo importante appuntamento, quindi, per il medico catanzarese, dopo quello tenutosi nei giorni scorsi a Chennai (India) dove è stato ospite d’onore della Facoltà scientifica straniera della Società Indiana di Implantologia e Chirurgia Refrattiva”.
A Baltimora, sino a giorno 16 luglio, l’oculista relazionerà sulle nuove tecniche di cross-linking corneale accellerato da lui introdotte più di un anno e mezzo fa in Italia, per il trattamento semi-invasivo del cheratocono evolutivo, ed ora utilizzate dai colleghi in tutto il mondo.
Il cheratocono è una patologia tipica dell’età giovanile, dall’incidenza particolarmente elevate nel mezzogiorno, che provoca una progressiva deformazione della normale curvatura corneale. In fase iniziale non viene percepita dal paziente ma se la patologia progredisce la distorsione corneale riduce l’acuità visiva in maniera significativa fino a render necessario, nei casi più severi, il trapianto corneale.
“Il Crosslinking corneale – commenta Rechichi – è una tecnica parachirurgica che ferma o rallenta la progressione del cheratocono evolutivo preservando e rinforzando lo stesso tessuto corneale del paziente. Sostanzialmente la tecnica chirurgica prevede l’applicazione di una soluzione di riboflavina sulla cornea del paziente e la successiva irradiazione con un laser ad ultravioletti che attraverso un processo fotochimico irrigidisce la struttura corneale. L’intervento è indicato nei casi di cheratocono evolutivo possibilmente negli stadi iniziali per cui fondamentale è la diagnosi precoce della patologia che deve esser effettuata attraverso l’utilizzo di moderni strumenti (tomografi corneali) che possono evidenziare la patologia molto prima che il paziente abbia i sintomi”.
L’Italia ed in particolare la scuola di Siena, è stata pioniera nell’applicazione clinica delle tecniche convenzionali di crosslinking sin dal 2004. Queste tecniche prevedevano comunque per il paziente oltre un’ora di trattamento e discomfort prolungato nei mesi successivi all’intervento.
“Le sperimentazioni effettuate dal gruppo di ricerca internazionale che abbiamo costituito negli ultimi anni – aggiunge Rechichi – ha portato alla realizzazione di nuove tecnologie e nuove formulazioni di riboflavina che hanno permesso di ridurre il trattamento a 15-20 min e di “customizzare” il trattamento per ogni singolo paziente in maniera da ottenere dei risultati migliori in termini non solo di arresto ma anche di parziale regressione della patologia”.
I risultati di queste ricerche, pubblicati su prestigiose riviste scientifiche internazionali, saranno inoltre presentati nel mese di settembre a Londra in occasione del congresso della Società Europea della Cataratta e Chirurgia Refrattiva e nel mese di ottobre a Chicago all’American Academy of Ophthalmology.
Notizie rare ma incoraggianti per i numerosi e valenti ricercatori e professionisti calabresi ed italiani da sempre valorizzati all’estero molto più che da un paese che obiettivamente spende poco e male i finanziamenti destinati alla ricerca ed indebolito da un sistema universitario poco meritocratico che “vanta” l’infelice primato dell’età media più alta dei suoi componenti rispetto a tutti i paesi occidentali.