Sembrava uno scherzo, una festa improvvisata e senza futuro mentre invece da sei anni nel borgo medievale di Cleto, in provincia di Cosenza, si è accesa una piccola fiammella di speranza che piano piano sta continuando a crescere. Stiamo parlando del Cleto Festival che nel 2011 ha esordito per iniziativa di un gruppo di amici con l’obiettivo di portare o meglio di riportare persone e voci nell’antico paese tramite la cultura, l’arte, la gastronomia etica e sostenibile. Questa è la missione degli organizzatori… una missione certamente complicata.
In un mondo piccolo, come quello dei paesi dell’Italia interna, è sempre più difficile trovare persone che abbiano interesse spassionato per il destino del proprio paese e in particolar modo dei centri storici. Il Cleto Festival, che da sei anni si tiene nei giorni che vanno dal 19 al 21 agosto, è stato pensato per far rivivere uno dei borghi più belli della Calabria attraverso installazioni, musiche incontri e performances artistiche. Ideato dalla associazione culturale “La Piazza” con il supporto e la partecipazione di tante associazioni tra cui, solo per segnalarne qualcuna, Libera, Emergency ect, si tratta di un appuntamento ormai consolidato, che coniuga cultura e tradizioni gastronomiche locali nonché tematiche sociali, in una cornice suggestiva quale è appunto il centro storico di Cleto. I diversi angoli del borgo di anno in anno hanno accolto musicisti, artisti di strada, personalità del mondo della politica, dell’ambientalismo di base ed il tutto senza soldi pubblici. Dal Cleto Festival sono nate nel tempo tantissime iniziative tra le quali le giornate di trekking urbano, gli spettacoli di piccolo teatro, le presentazioni di libri e le serate di chitarre e voci stonate…
La cosa che corre d’obbligo sottolineare di questo evento culturale è che finalmente si è riusciti a sfatare il mito “piccolo paese e piccola iniziativa” tant’ è che su di esso si è poggiata l’attenzione di importanti testate giornalistiche e televisive e in particolar modo di un nutrito pubblico.
Entrambe hanno fatto della manifestazione un appuntamento di rilevanza nazionale. Grazie a tali iniziative si è imparato a conoscere il significato reale della parola evento, fino a ieri usata impropriamente per descrivere manifestazioni che non avevano nemmeno l’originalità, il garbo e la bellezza di una sagra paesana. Cleto, come tante realtà interne, sembra abbandonato a se stesso tra crisi economica e crisi sociale sommate allo spopolamento. Pertanto anche la semplice sistemazione di una strada sembra può sembrare già di per sé un grande evento. Il Cleto Festival ha senza dubbio rappresentato un avvenimento molto importante soprattutto perché ha contribuito a far uscire dall’anonimato il paese creando al contempo un sentimento di orgoglio in gran parte della comunità locale e conquistando inoltre la stima di tante realtà associative e movimenti della Calabria. Non abbiamo di certo grandi apparati alle spalle e gruppi di politicanti né tantomeno capitale economico.
Abbiamo però un grandissimo capitale umano fatto di tanti volontari. Sono tante le sfide che aspettano per gli anni a seguire l’associazione La Piazza e il Cleto Festival , in particolare modo la sfida piu grande sarà quella di continuare a guardare al mondo con gli occhi che hanno acceso quella piccola fiamma nel lontano 2011.
Grazie a tutte le persone che con il loro calore umano ci hanno fatto sentire meno stanchi e più felici.
Grazie a chi ha scelto anche ancora una volta di immergersi in questa atmosfera unica e surreale.
Grazie a chi sa riflettere, ascoltare, parlare.
Grazie a tutte le persone che hanno sostenuto economicamente e non questo Festival.
Grazie a chi si è emozionato osservando un artista che si esibisce in una piazza o in un angolo del borgo.
Franco Roppo Valente, Cleto Festival Pioniere