Siamo rimasti molto colpiti dalla lettera scritta dalla ex direttrice del carcere della Giudecca di Venezia, Gabriella Straffi e pubblicata da alcuni giornali. Sono molte le affermazioni che ci lasciano perplessi, ma più di tutte ci lascia esterrefatti quando dice di aver rotto il riserbo che si era ripromessa di mantenere per la vicenda di Sissy. Dunque, se abbiamo capito bene, la signora Straffi si era prefissata di non parlare alla stampa dell’oscuro episodio che ha visto vittima una sua agente (perché?), però lo fa ora che il suo nome è stato associato a episodi poco chiari e al solo scopo di difendere la propria persona e il suo operato nel carcere. Quindi se nessuno avesse fatto il suo nome pubblicamente avrebbe continuato a tacere? Noi pensiamo che se avesse avuto a cuore la vicenda di Sissy, probabilmente avrebbe dovuto rompere il riserbo molto prima per offrire appoggio pubblico alla famiglia nella sua battaglia per la verità e non per difendere se stessa. Invece così non è stato, perché Gabriella Straffi è praticamente scomparsa, mancando perfino ai funerali dove non c’era una sola persona che rappresentasse la Giudecca, neanche una. Non ci sembra che la direttrice si sia adoperata per scoprire che cosa sia successo a Sissy né internamente al carcere che all’epoca dirigeva, né esternamente, presso la magistratura, dove il suo interessamento avrebbe avuto certo un peso non da poco. Se si sente così macchiata e offesa da questi articoli, perché la direttrice non si è mossa prima? Forse se avesse adottato un comportamento diverso non saremmo qui a brancolare nel buio e dubitare di tutti, come è legittimo che sia. Come comitato civico che sostiene la battaglia per la verità su Sissy Trovato Mazza, invitiamo la direttrice a contattarci o contattare la famiglia. La verità guarisce, non abbia paura di parlare con noi.
Comitato Civico “Sissy la Calabria è con te”
Vicepresidente Giuseppina Pinto