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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 16 DICEMBRE 2024

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Il comune di Rosarno parte civile nel processo che vede coinvolta la famiglia Bellocco

Il comune di Rosarno parte civile nel processo che vede coinvolta la famiglia Bellocco

| Il 17, Set 2011

Il sindaco Tripodi e la sua amministrazione avevano preso la medesima decisione anche per il processo “All Inside”

Il comune di Rosarno parte civile nel processo che vede coinvolta la famiglia Bellocco

Il sindaco Tripodi e la sua amministrazione avevano preso la medesima decisione anche per il processo “All Inside”

 

Si è costituito parte civile il comune di Rosarno, nel procedimento giudiziario che vede coinvolta la famiglia Bellocco. In una riunione di esecutivo, la giunta comunale, guidata dal sindaco Elisabetta Tripodi, ha infatti dato mandato ai legali dell’Ente di rappresentare e difendere il comune «come parte civile innanzi al Tribunale di Reggio Calabria all’udienza preliminare del 28 settembre prossimo, ore 9, nei confronti di Bellocco Carmelo ed altri». Lo stesso comune di Rosarno, si è già costituito parte civile anche nel processo “All Inside”. A quanto pare il sindaco Tripodi, sta seguendo una linea ben precisa, come era stato preannunciato nella riunione di consiglio comunale di fine agosto, durante la quale aveva ribadito con forza che l’ente si sarebbe costituito parte civile in tutti i processi in cui la città di Rosarno, potesse risultare parte lesa dall’azione criminale delle cosche. Questa decisione ha visto concorde anche gli esponenti della minoranza, che non hanno esitato a votare, insieme alla maggioranza, un documento che non solo esprimeva solidarietà al sindaco per la lettera inviatele dal boss Rocco Pesce, ma invitava la giunta ad andare avanti sulla strada della legalità. Una strada che Rosarno ha cominciato a percorrere alla fine degli anni ’90, quando alla guida della città c’era Giuseppe Lavorato, qualificandosi come precursore nella costituzione di parte civile dei comuni nei processi di ‘ndrangheta. All’epoca l’ente comunale si costituì nel famoso processo “Porto”, grazie al quale finirono dietro le sbarre alcuni esponenti di spicco del clan Piromalli, impegnati in una scalata al porto di Gioia Tauro. In quel frangente, le tre amministrazioni comunali di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando, furono riconosciute meritevoli dell’indennizzo dei danni d’immagine subìti.