Nella giornata del 1 ottobre 2015, nell’ambito del progetto che vede il Duo
protagonista in vari luoghi italiani e non solo con “Aimez Vous Brahms?”, in questa occasione anche patrocinato dal Conservatorio di Vibo
Valentia, arriverà all’interno del prestigioso Festival di Tropea
organizzato dall’omonima Associazione che festeggia quest’anno i 20 anni di
attività sotto la guida del M.Antonio Laureana.
Vi sono elementi nella storia della musica che lasciano presagire la futura
fortuna di un compositore. La grandezza della personalità, prima come uomo
e poi come artista, di Johannes Brahms, lasciava presagire perfettamente il
marchio indelebile che avrebbe lasciato sulla storia della musica. Persino
i suoi non estimatori all’epoca dovettero ammettere la grandezza della sua
scrittura, nonché la statura di compositore e pianista che, se pur ancorato
a modelli riferibili al passato, era riuscito come Beethoven ad espanderne
il limite ben oltre i confini conosciuti.
Si avverte tale immediata capacità già solo nelle prime note della versione
per pianoforte a 4 mani dell’Academic Festival Overture, capolavoro “breve”
che riscosse immediato successo, come nelle pagine pensate esplicitamente
per questa formazione come i 19 Waltzes op. 39 o le famosissime Danze
Ungheresi di cui il Duo De Stefano propone una selezione.
Non casualmente, con acume e senso musicale, il Duo abbina a questi grandi
lavori per la tastiera altrettanti importanti, se pur meno noti,
compositori che erano con Brahms affini nel linguaggio, come Giuseppe
Martucci e i suoi Pensieri sul ballo in maschera” op.8, eseguiti secondo
una recentissima edizione che mette in luce non solo gli aspetti
compositivi ma anche interpretativi che sono un vero e proprio ripensamento
di molti passaggi ed armonie del pensiero originale verdiano, o ancora la
Fantasia sull’opera “Aida” di Serrao, compositore meno noto e che il Duo
sta portando avanti ad una graduale riscoperta.
Chiude il programma un capolavoro consolidato e stabile repertorio del Duo
De Stefano, i famosissimi “Pini di Roma” di Ottorino Respighi che
suggellano con le loro armonie un grande percorso musicale.