Il focolaio covid al reparto della cardiologia di Polistena, mette in luce l’approssimazione dei vertici dell’Asp reggina Sono 5 i pazienti, un medico ed una infermiera positivi al virus. La struttura retta dal primario Amodeo è diventata negli ultimi tempi un modello sanitario e organizzativo
DI ROBIN HOOD
Scaffidi e compagni, invece di organizzare una vera e propria task force per capire le ragioni del focolaio covid alla cardiologia di Polistena, inviano una ditta per fare la normale disinfestazione. Alla cardiologia di Polistena è successo qualcosa di particolare, e va fatta un lavoro straordinario per capire dove si annida l’infezione. I medici e paramedici sono tutti vaccinati e tamponati costantemente. I pazienti prima di entrare in reparto devono passare dalle forche caudine dei tamponi. I parenti dei pazienti non possono entrare nei reparti come da normative anti covid. Allora…significa che il virus va debellato pulendo e disinfettando Materassi, cuscini, attrezzature varie ecc…con la chiusura momentanea della struttura consentendo alle ditte specializzate di fare un lavoro certosino e mettere in sicurezza chi ci lavora ed i pazienti. Il reparto della cardiologia di Polistena diventato fiore all’occhiello della sanità calabrese grazie all’impegno del dott. Amodeo e della sua squadra. Va detto che questo successo è stato contrastato dai vertici dell’Asp. Per far capire ai nostri lettori, diamo un quadro dell’organizzazione della struttura di Polistena.
STRUTTURA CARDIOLOGIA/UTIC
In atto l’organico di cardiologia/UTIC è composto da 8 medici più il primario. Tra trasferiti, per “motivi di opportunità” senza sostituzione, due dimissionari perché assunti a tempo determinato, con contratto non rinnovato e vincitori di concorso a tempo indeterminato in altre Strutture del nord, due pensionati mai sostituiti.
Degli otto rimasti, due sono esentati dai turni di notte, una è in quarantena per positività al Covid, due in ferie estive programmate. Solo in quattro, uno solo a turno, garantiscono l’assistenza ai malati e le consulenze ai reparti e al PS. Tra i medici che fanno turni rotatori l’unico esperto in cardiostimolazione non è in condizioni di garantire l’attività di impianti di pacemaker e i pazienti, in assenza per ferie del primario, vengono dirottati al GOM, con gravi rischi e pericolo. Dei 16 medici previsti in organico ne sono rimasti solo la metà e nessuno provvede. Ecco… nessuno provvede…perché?
Da Scaffidi una risposta va data nell’interesse della popolazione della piana di Gioia Tauro