Il giornalista Pietro Comito nel mirino della cosca Mancuso Parlamentari M5s interrogano Alfano per la sicurezza del giornalista. La solidarietà dell'Ordine dei giornalisti
C’era un giornalista nel mirino del clan Mancuso di Limbadi. Si tratta di Pietro Comito, oggi dipendente dell’emittente televisiva “LaC” di Vibo Valentia, che attiro’ le ire della cosca per una serie di articoli, scritti a suo tempo per il quotidiano “Calabria Ora”, sul comune di Briatico, successivamente commissariato per infiltrazioni mafiose. Gli inquirenti ritengono di aver individuato i responsabili delle intimidazioni subite dal giornalista, che sarebbero fra i destinatari dei provvedimenti di fermo disposti dalla Dda ed eseguiti stamane.
Comito denuncio’ malversazioni e continguita’ fra gli amministratori dell’epoca e i clan della ‘ndrangheta della zona e ricevette una lettera anonima con gravi minacce di morte. L’episodio indusse l’allora prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, oggi prefetto di Catanzaro, a disporre a tutela del cronista un servizio di protezione. Ma secondo quanto sarebbe emerso dall’inchiesta sfociata oggi nei 22 fermi eseguiti da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, a riprova dei propositi di vendetta dei clan ci sarebbero anche intercettazioni. Comito e’ stato redattore del “Quotidiano della Calabria” e “Calabria Ora”, oltre che direttore de “La C”.
PARLAMENTARI M5S
«Siamo concretamente vicini al giornalista calabrese Pietro Comito, nel mirino della criminalità organizzata per aver fatto il suo lavoro di cronista obiettivo». Lo dichiarano i portavoce M5s eletti in Calabria, che annunciano la tempestiva presentazione di un’interrogazione parlamentare a firma dei deputati Nesci, Parentela e Dieni al ministro dell’interno Angelino Alfano, al fine di garantire la massima sicurezza e tranquillità al professionista dell’informazione.
«Siamo convinti – concludono – che soltanto con gli atti formali la politica può preservare la libertà dei giornalisti in tutte le aree dominate dalle mafie e dagli altri poteri illegali».
ORDINE DEI GIORNALISTI
E’ davvero inquietante il quadro che emerge dalle carte dell’inchiesta “Costa pulita” e che oggi ha portato all’arresto di 23 presunti affiliati alle cosche del Vibonese. Una intercettazione agli atti conferma che esponenti di una pericolosissima cosca avevano messo nel mirino il collega Pietro Comito “reo” di avere raccontato, sul giornale sul quale all’epoca scriveva, dei festeggiamenti di alcuni capi bastone dopo le elezioni amministrative di Briatico. Nella intercettazione uno degli affiliati riportava la volontà di “spaccare” Pietro Comito alla prima occasione utile. A suo tempo il collega Comito aveva ricevuto in redazione una lettera minatoria con la quale gli si “consigliava” di non occuparsi delle vicende del Comune di Briatico. Quanto emerge dall’inchiesta “Costa pulita” conferma che la lettera non era certo uno scherzo. L’Ordine dei Giornalisti della Calabria segnala che si tratta dell’ennesimo episodio di minacce o violenza che vede come soggetto a rischio un giornalista calabrese che ha solo fatto il proprio lavoro con serietà e rigore. Nell’esprimere la più sentita solidarietà al collega Pietro Comito l’Ordine dei Giornalisti della Calabria ringrazia magistratura e forze dell’ordine per l’impegno costante a tutela della legalità e della incolumità dei cittadini, nonché per l’impegno a salvaguardia dei tanti colleghi che, seguendo in questa terra difficile la cronaca nera e giudiziaria, sono più di altri esposti alle ritorsioni ed agli attacchi delle organizzazioni criminali.