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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 03 DICEMBRE 2024

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Il giudice De Grazia si scaglia contro il giornalista Travaglio "E' venuto il momento di scegliere tra l'informazione corretta (la nostra) e quella con i tagli storici (fatta da Travaglio)"

Il giudice De Grazia si scaglia contro il giornalista Travaglio "E' venuto il momento di scegliere tra l'informazione corretta (la nostra) e quella con i tagli storici (fatta da Travaglio)"
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Il giudice Romano De Grazia, dalla sua pagina Facebook, si scaglia contro il giornalista Marco Travaglio e scrive: “Trump: La disfatta del giornalismo, titola il Fatto di Travaglio. È del giornalismo, come il suo, aggiungiamo noi. Ci riferiamo, in particolare, a quando, per l’intervento di Don Ciotti (a proposito, domenica mattina, è stato visto vagare alla ricerca di un microfono mentre Papa Bergoglio pronunciava la sua omelia domenicale), dopo aver cantato le laudi della Legge Lazzati, improvvisamente girò il culo alla stessa legge. O, quando, questa venne approvata nel suo testo storpiato (n.175/2010). Nella circostanza Travaglio diede incarico ad una sua giornalista perché intervistasse la relatrice. Giornalista e relatrice, né l’una né l’altra riferirono che ad elaborare lo strumento normativo fosse stato il sottoscritto. Alle proteste verbali fatte per telefono per la grave scorrettezza, Travaglio si impegnò a porre riparo. Ciò fece pubblicando la rettifica con un solo rigo, per altro sperduto in ultima pagina. È il suo modo personalissimo per essere obiettivo. Della sua scuola di taglio è stato in prosieguo in Calabria il suo allievo Lucio Musolino. Questi, nel rifare la storia delle elezioni a Platì, con disinvoltura saltò l’anno 2012. E ciò fece per non parlare del sottoscritto che si era candidato a sindaco per ripristinare l’agibilità democratica in quello sfortunato COMUNE e all’età di anni 77. Comunque è venuto il momento di scegliere tra l’informazione corretta (la nostra) e quella con i tagli storici (fatta da Travaglio). Non ci si può stare con un piede in due staffe. Lo dico sopratutto a coloro che dichiarano di stare dalla parte della legge Lazzati ma furbescamente e sistematicamente cliccano “mi piace” sulla Lazzati e condividono poi le argomentazioni di parte del giornalista de IL FATTO. Da questo momento risolverò l’angoscioso dilemma (per loro) cancellando dalla cerchia di amici detti personaggi ambigui ed inutili per la causa comune. Leggiamo, infine, che Gratteri ha detto “basta” ai soldi pubblici all’ANTIMAFIA. Noi lo diciamo da sempre e condividiamo. E questo per altro un modo che i soldi pubblici non finiscono all’antimafia da operetta che investe poi in viaggi e magliette. Viva la legge Lazzati”.