Il gruppo del Pd: “Il centrodestra usa il Consiglio per fare campagna elettorale ma riesce anche a spaccarsi” La Lega fa cadere il numero legale e certifica l’implosione della maggioranza
“Non soltanto la maggioranza di centrodestra continua a piegare le Istituzioni al proprio interesse rendendole teatro di campagna elettorale, con proposte di legge firmate da candidati alle prossime elezioni, ma non riesce neanche ad approvarle facendo volare, ancora una volta, gli stracci”.
Ad affermarlo, tramite una nota stampa, è il gruppo del Pd in Consiglio regionale che sottolinea come la campagna elettorale continui a condizionare pesantemente le Istituzioni calabresi.
“Dopo la polemica tra la deputata europea Loizzo e il governatore Occhiuto, accusato dalla stessa di governare da uomo solo al comando e senza alcuna concertazione, oggi in Aula l’ennesimo pessimo spettacolo che dimostra come la maggioranza sia implosa e che rimanga insieme soltanto per esercitare il potere. Lo scontro, stavolta, è avvenuto tra i consiglieri della Lega e il resto della maggioranza. Dopo l’approvazione di una proposta di legge volta a tirare la volata a Pasqualina Strafalace, candidata sindaco di Rossano, che già stata richiamata in Aula durante la seduta precedente e non approvata per la nostra opposizione e perché mancava la maggioranza qualificata, oggi un’ulteriore beffa. Mentre il consigliere Giuseppe Neri chiedeva l’inserimento all’ordine del giorno dell’ennesima proposta di legge dal sapore elettorale, alcuni consiglieri della Lega hanno abbandonato l’Aula facendo venire meno il numero legale. L’ennesima pagina indecorosa di questa legislatura – conclude la nota del gruppo del Pd – che testimonia come la maggioranza di centrodestra non esista e che i partiti che la compongono abbiano costruito soltanto un cartello, senza nessuna comunione di intenti o comune visione, per conquistare e mantenere poltrone. Adesso che ognuno dei partiti ha necessità di ottenere consenso in solitaria, considerando che alle europee si vota con metodo proporzionale, i nodi vengono al pettine e il Consiglio regionale si trasforma in sede per comizi elettorali e regolamenti di conti”.