Il laboratorio di Teagene: “Ora parlino i cittadini e le associazioni culturali per respingere l’ingiuria di Reggio citta’ mafiosa”
redazione | Il 16, Set 2012
“Noi diciamo no a chi crea maschere tribali per confondere e distruggere”
Il laboratorio di Teagene: “Ora parlino i cittadini e le associazioni culturali per respingere l’ingiuria di Reggio citta’ mafiosa”
“Noi diciamo no a chi crea maschere tribali per confondere e distruggere”
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Il nostro tempo, che è il tempo dei nostri figli, resterebbe senza storia se non vi fosse, oltre alla realtà costruita da certi giornali, una memoria più gravida di fatti. Noi siamo in tempi assai difficili, come è noto; tempi in cui non vi sia città, in Italia e nel mondo, a soffrire per un conto che non torna o per qualche personaggio che abbia tradito, in forza di un ruolo, la propria comunità, le istituzioni, la nazione.
Ma le città e le nazioni, in definitiva, si giudicano per buona parte da quello che fanno nel campo del pensiero, dell’economia, delle arti; sono questi i termini che ci domandano appena usciamo dai nostri confini. Non avremmo nulla da mentire a chi ci chiede di presentarci: “Reggio conserva il senso della civiltà e del pensiero”, diremmo, “tra cui per prima fiorì, e i suoi grandi e più alti segni sono proprio nella sua vita corrente e nella prospettiva di questi ultimi anni. Una civiltà larga, aperta al mondo, gelosa, chiusa in un carattere, in un atto universale”.
Ma mentre compiamo questo sforzo verso la ricerca d’un pensiero più alto, qualcuno ci dice mafiosi e pensa di dividere la città in bene e in male. E’ qualcuno che crede di avere in sé il suo Dio e il suo giudice, che promette d’aver trovato la coscienza nella propria ideologia e per questo vorrebbe abbattere uomini e istituzioni, consegnando la formula d’una sentenza che altri, lontani da noi, scriveranno per noi.
Noi diciamo no a chi crea maschere tribali per confondere e distruggere. Reggio non è mafiosa, come non lo sono le sue istituzioni. Ma siamo fin troppo accorti, sotto questo cielo in cui viviamo, per commettere l’errore di non credere che a Reggio non ci siano i mafiosi e che essi non abbiano profittato d’un ruolo o d’un’amicizia per nascondersi nelle pieghe della società, nelle stanze, a teatro. Ma questa è tutt’altra storia, molto più complessa e articolata per potersi liquidare con l’inchiostro sbrigativo e inesperto di qualche arguto giornalista o politicante.
I reggini sanno fin troppo bene che lo strumento decisionale del Ministro, se vale lo scioglimento dell’Amministrazione Comunale, è profondamente mutilato e parziale perché assimila e approssima il tutto ad una sua parte, perché sacrifica l’universale al particolare; rischia il futuro di una comunità intera col più semplice linguaggio della retorica burocratica che usa la “giustizia” come una facile ricetta con cui delineare e descrivere il problema, ma senza risolverlo.
Non possiamo non pensare alle irripetibili opportunità che la storia si appresta a consegnare alla nostra città, nella prospettiva dell’Italia, del Mediterraneo e dell’Europa, in cui Reggio interpreterà, a brevissimo, il ruolo primario della metropoli, e a come, questo processo grandioso si appella alla unitarietà di azioni e obiettivi per difendere la nostra città da ogni ingiuria che ne possa rallentarne o ostacolarne il percorso intrapreso. Non v’è tempo, in questa corsa, per effettuare fermate o soste tecniche: ne soffrirebbe ogni ganglio vitale della società e della economia, a partire dal tessuto imprenditoriale, con effetti drammatici sull’occupazione.
E’ questo, allora, il momento in cui bisogna richiamare le Associazioni e i Movimenti Culturali e la cittadinanza alla proprie responsabilità rispetto al popolo, rispetto alle masse e alla città, rispetto alla storia; per dire la città quale essa è veramente, per raccontare le sue aspirazioni, descrivere i suoi primati, per respingere i ritratti sbiaditi che di essa si stanno disegnando.
Parliamone, reggini …, parliamone in piazza, per strada, come parlammo delle cose grandi in ogni tempo; e con lo stesso sentimento di allora difendiamo gli attestati della nostra città.
Allora, anche questa volta, Reggio riuscirà a digerire le deturpazioni e le costanti manomissioni cui i suoi nemici l’hanno fatta segno.
Giuseppe Bombino, presidente Associazione Culturale “Il Laboratorio di Teagene”