Il M5S di Catanzaro rileva incogruenze sul regolamento comunale sulla Tares
redazione | Il 11, Ott 2013
I grillini chiedono di ridiscutere e rimodulare il regolamento sulla tassa dei rifiuti
Il M5S di Catanzaro rileva incogruenze sul regolamento comunale sulla Tares
I grillini chiedono di ridiscutere e rimodulare il regolamento sulla tassa dei rifiuti
Riceviamo e pubblichiamo:
Lungi dal voler alimentare sterili polemiche e animati dal solo scopo di fornire un contributo alla nostra Catanzaro, volevamo porre all’attenzione degli amministratori locali e dei nostri concittadini alcune incongruenze del regolamento sulla Tares, recentemente approvato dal Consiglio Comunale del capoluogo di Regione. Sgomberando il campo da facili attacchi demagogici, chiariamo subito che l’imposizione della nuova tassa sui rifiuti deriva non certo da una volontà dell’attuale amministrazione bensì da una disposizione normativa introdotta dal Governo per decreto e convertita in legge dal Parlamento. Una tassa di cui i cittadini avrebbero fatto decisamente a meno, in un momento di grave crisi, ma che costituisce, com’è stato affermato in questi giorni, un male necessario davanti al quale il Comune non ha potuto sottrarsi. Ma ciò che non convince è la trasposizione della Legge statale, la n. 214 del 2011 per la precisione, nel regolamento comunale applicativo che, secondo il nostro parere, sovverte completamente lo spirito della normativa nazionale. Quest’ultima, infatti, e prima ancora di essa le politiche comunitarie sull’ambiente, si basa su un principio chiaro e semplice da comprendere: meno rifiuti produci e minore sarà la tassa da pagare. Un concetto normativo del tutto legittimo, rivolto sia ai cittadini che alle imprese, per incentivare il riciclo dei rifiuti e impedire che finiscano tutti in discarica. E qui arrivano le storture. Il regolamento comunale sulla Tares, infatti, all’art. 24, prevede che questi sgravi fiscali riguardino solamente le “utenze non domestiche”, escludendo impropriamente i cittadini dalla possibilità di pagare un importo inferiore della tassa attraverso la riduzione dei propri rifiuti. Ci chiediamo, dunque, se non sia un controsenso sbandierare ai quattro venti l’inizio della raccolta differenziata in città, quando poi non si incentiva sul piano economico e culturale, chi dovrebbe certosinamente farla quella raccolta, ossia i cittadini. Ma non è tutto. Sempre lo stesso regolamento comunale prevede una misura fissa del 30% come sgravio fiscale per le utenze non domestiche anziché un coefficiente di riduzione in proporzione alla quantità di rifiuti assimilati e avviati al recupero. Ultimo aspetto, ma non per ordine di importanza, il meccanismo di riduzione non pare venga applicato anche alle maggiorazioni previste a copertura dei costi per servizi essenziali come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, le aree verdi. Chiediamo, pertanto, che si torni in Consiglio Comunale per ridiscutere e rimodulare il regolamento sulla tassa dei rifiuti, introducendo in primo luogo una riduzione fiscale a vantaggio dei cittadini virtuosi che provvederanno ad un’attenta raccolta differenziata (quando questa sarà realmente introdotta), e ristabilendo il coefficiente di riduzione proporzionale alla quantità di rifiuti avviati al recupero così come impone la normativa nazionale. Il rischio, qualora non si volesse ottemperare a questi cambiamenti, è che l’intero regolamento possa risultare inficiato da profili di illegittimità oltre che di ingiustizia sociale.
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