Il massacro mediatico a Piero Fassino è un vergogna plateale che indigna fortemente non degno di un paese civile La gogna che sta subendo il leader storico della Sinistra italiana è esecrabile da parte di alcuni giornali, un imbarbarimento politico alle porte della tornata elettorale
La Nota del Direttore
Massacrare un galantuomo come Piero Fassino per un presunto furto di un profumo da 100 euro. Una vergogna! Se non fossimo stati alla vigilia di una tornata elettorale nessuno avrebbe parlato della vicenda.
L’Italia si sta imbarbarendo con una parte della magistratura che è diventata braccio armato, da destra a sinistra, passando per il centro. A Bari sotto inchiesta esponenti del PD per opera di magistrati “anti-sinistra”, in
Sicilia un’altra magistratura risponde per delegittimare lo zio del vice governatore della Sicilia Sammartino nominato dal ministero dell’interno a capo della commissione d’accesso nel comune capoluogo della Puglia. Tutto ha un filo politico?
Piero Fassino storico leader della sinistra italiana, viene massacrato da una certa stampa per aver tentato di rubare un profumo dal valore di 100 euro. Quello che è successo a Fassino può capitare a chiunque di noi. Ricevere una telefonata di lavoro o personale molto impegnativa distoglie tutta l’attenzione della persona in oggetto, in sovrappensiero, può anche succedere che una persona si dimentica di pagare. Di uscire dal locale in maniera volontaria, assorbito dalla conversazione telefonica. D’altronde stiamo parlando di una persona perbene, un galantuomo, non certamente di un ladro seriale!
Credo che quello capitato a Fassino sia accaduto a ognuno di noi, nell’arco della propria vita. Non mi venite a dire il contrario…il naso vi crescerà come Pinocchio! Smettetela di fare i puritani, che non vi crede nessuno. La storia doveva finire in quel negozio dell’aeroporto di Roma, senza varcare i confini nazionali. Facendo pagare Fassino. Se qualcuno l’ha fatta uscire aveva un solo obiettivo, utilizzare l’accaduto per fini politici. Siamo all’imbarbarimento della vita sociale e politica. Si distoglie l’obiettivo per mettere in secondo piano scandali in una certa dimensione, inchiodando il popolino, come ai tempi di tangentopoli, la classe politica nel suo insieme.
Purtroppo siamo in Italia!
La stessa inchiesta di Bari lascia molte perplessità sull’utilizzo politico contro l’attuale sindaco Decaro. Lo stesso ragionamento lo dobbiamo fare per il vice governatore della Sicilia Sammartino. Una risposta dei colleghi pm siciliani a quelli pugliesi? Sammartino è il nipote del prefetto nominato da Roma capo della commissione d’accesso antimafia preludio alla scioglimento del comune Barese?
Qualcosa non torna In questo Paese. Attendere per avere chiarezza.