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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 02 DICEMBRE 2024

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Il mio omaggio in memoria di Emilio Ledonne Di Vincenzo Speziali

Il mio omaggio in memoria di Emilio Ledonne Di Vincenzo Speziali

Il mio omaggio in memoria di Emilio Ledonne

C’è un ricordo forte e indelebile, nella mia mente e va al lontano Dicembre del 1992, allorquando stavo uscendo assieme al cugino di mia madre, cioè Carlo Macrì, al tempo coevo Sostituto Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro e in anni passati Procuratore Capo a Locri, dove ha lasciato traccia per le sue forti azioni di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso, fino a pagare il prezzo -tra i primi in Italia- assieme al suo fratello gemello, Vincenzo (anche lui cugino di mamma), cioè una vita blindata, scortata, ma portata avanti con assoluta dedizione, indomito coraggio e molteplici privazioni ancora, cioè quelle di una vita normale.
Scendevamo le scale del vecchio Tribunale e sul portone di ingresso, Carlo saluta un collega dal volto gentile e dal sorriso ancor più gentile, il quale sta a aprendo la portiera della sua piccola utilitaria rossa e mio cugino gli dice di rimando -tra lo scherzoso e l’intimistico- “…i potenti mezzi della DNA”.
Al che il collega di mio cugino si gira e si mette a ridere, a ridere e sorridere, con fare complice verso di lui che lo aveva salutato e scambiarono alcuni commenti sulle nomine già effettuate in seno alla di poco costituita Direzione Nazionale Antimafia, il cui primo Procuratore fu il reggino Bruno Siclari ed Emilio Ledonne fu tra i primi al suo fianco.
Già, il mio ricordo l’ho cristallizzato così, in tal modo e maniera, poiché fu giusta la scelta su di lui.
Ricordo anche che con garbo infinito, lo stesso Dott. Ledonne, chiese a Carlo a che punto fosse la decisione del CSM tra lui (cioè Carlo) ed Enzo (ovvero il suo gemello e persino lui in trincea, in quanto era Consigliere Istruttore a Reggio Calabria).
Carlo gli rispose che sarebbe andata bene comunque, anche perché lui ed Enzo, la vita l’hanno passata sempre in simbiosi -ed è vero- ma il garbo e la costante cortesia del giudice Emilio Ledonne, non lo hanno mai fatto venir meno al suo notorio senso del dovere e delle responsabilita`, le quali incarnava con decoro e dignità, oltre all’assoluta e intransigente dedizione.
Dalle inchieste su Piazza Fontana a Delle Chiaie, così come al suo ruolo di Procuratore Nazionale Aggiunto o di Procuratore Generale a Bologna, questo figlio di Calabria, rigoroso e amorevole, dignitoso e riservato, corretto e giusto, ha scritto belle pagine nel libro di una ‘giustizia’, che oggi non mi permetto -solamente in suo onore e rispetto- di commentare per come sono solito (e giustamente) fare.
Il Dott. Ledonne, a questo mondo giudiziario apparteneva -e a me non sta dire se lo approvasse o meno, poiché non ne abbiamo mai parlato- ma so per certo che lui aveva ossequio per le leggi dello Stato, per le sue Istituzioni e lo dimostra la sua specchiata carriera e l’altrettanto specchiata vita fuori dai ruoli.
Insomma una vita, quella di Emilio Ledonne, dove non vi era distinzione tra pubblico, privato e segreto, poiché esisteva la sua linearità, la sua coerenza, la sua moralità e la sua onestà.
Mi inchino a costui, con sincera commozione, facendo giungere ai familiari tutti le condoglianze mie e di mia moglie Joumana, in special modo alla nipote che tanto amava e alla madre di questa nipote, che al nonno della figlia è sempre stata affezionata, cioè Jasmine Cristallo.

Vincenzo Speziali
(Componente del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana e membro della Direzione Nazionale dell’UdC)