Il mio omaggio in memoria di Emilio Ledonne Di Vincenzo Speziali
Il mio omaggio in memoria di Emilio Ledonne
C’è un ricordo forte e indelebile, nella mia mente e va al lontano Dicembre del 1992, allorquando stavo uscendo assieme al cugino di mia madre, cioè Carlo Macrì, al tempo coevo Sostituto Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro e in anni passati Procuratore Capo a Locri, dove ha lasciato traccia per le sue forti azioni di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso, fino a pagare il prezzo -tra i primi in Italia- assieme al suo fratello gemello, Vincenzo (anche lui cugino di mamma), cioè una vita blindata, scortata, ma portata avanti con assoluta dedizione, indomito coraggio e molteplici privazioni ancora, cioè quelle di una vita normale.
Scendevamo le scale del vecchio Tribunale e sul portone di ingresso, Carlo saluta un collega dal volto gentile e dal sorriso ancor più gentile, il quale sta a aprendo la portiera della sua piccola utilitaria rossa e mio cugino gli dice di rimando -tra lo scherzoso e l’intimistico- “…i potenti mezzi della DNA”.
Al che il collega di mio cugino si gira e si mette a ridere, a ridere e sorridere, con fare complice verso di lui che lo aveva salutato e scambiarono alcuni commenti sulle nomine già effettuate in seno alla di poco costituita Direzione Nazionale Antimafia, il cui primo Procuratore fu il reggino Bruno Siclari ed Emilio Ledonne fu tra i primi al suo fianco.
Già, il mio ricordo l’ho cristallizzato così, in tal modo e maniera, poiché fu giusta la scelta su di lui.
Ricordo anche che con garbo infinito, lo stesso Dott. Ledonne, chiese a Carlo a che punto fosse la decisione del CSM tra lui (cioè Carlo) ed Enzo (ovvero il suo gemello e persino lui in trincea, in quanto era Consigliere Istruttore a Reggio Calabria).
Carlo gli rispose che sarebbe andata bene comunque, anche perché lui ed Enzo, la vita l’hanno passata sempre in simbiosi -ed è vero- ma il garbo e la costante cortesia del giudice Emilio Ledonne, non lo hanno mai fatto venir meno al suo notorio senso del dovere e delle responsabilita`, le quali incarnava con decoro e dignità, oltre all’assoluta e intransigente dedizione.
Dalle inchieste su Piazza Fontana a Delle Chiaie, così come al suo ruolo di Procuratore Nazionale Aggiunto o di Procuratore Generale a Bologna, questo figlio di Calabria, rigoroso e amorevole, dignitoso e riservato, corretto e giusto, ha scritto belle pagine nel libro di una ‘giustizia’, che oggi non mi permetto -solamente in suo onore e rispetto- di commentare per come sono solito (e giustamente) fare.
Il Dott. Ledonne, a questo mondo giudiziario apparteneva -e a me non sta dire se lo approvasse o meno, poiché non ne abbiamo mai parlato- ma so per certo che lui aveva ossequio per le leggi dello Stato, per le sue Istituzioni e lo dimostra la sua specchiata carriera e l’altrettanto specchiata vita fuori dai ruoli.
Insomma una vita, quella di Emilio Ledonne, dove non vi era distinzione tra pubblico, privato e segreto, poiché esisteva la sua linearità, la sua coerenza, la sua moralità e la sua onestà.
Mi inchino a costui, con sincera commozione, facendo giungere ai familiari tutti le condoglianze mie e di mia moglie Joumana, in special modo alla nipote che tanto amava e alla madre di questa nipote, che al nonno della figlia è sempre stata affezionata, cioè Jasmine Cristallo.
Vincenzo Speziali
(Componente del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana e membro della Direzione Nazionale dell’UdC)