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Il paziente può essere curato al Centro Dialisi di Taurianova

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“La informo che presso il Centro Dialisi di Taurianova si è venuta a realizzare una nuova situazione relativa alla disponibilità dei posti dialisi per accogliere altri pazienti in dialisi. Pertanto, il Sig. Rocco (…), può essere accolto tra i malati assistiti a Taurianova”.

Inizia così la lettera che il dott. Vincenzo Bruzzese ha scritto alla signora Silvana Conti, riguardante un caso particolarmente grave di un signore di San Ferdinando il quale è stato al centro delle attenzioni di questa Redazione per la sua situazione particolarmente “difficile”.

Ad onor del vero il dott. Bruzzese, con estrema precisione spiega pure i motivi per i quali c’è stato questo, chiamiamolo “intoppo”, in quanto il paziente: “non aveva seguito un percorso di cura tale da programmare per tempo il suo trattamento dialitico in questo Centro Dialisi”. Asserendo inoltre che il problema, come ampiamente abbiamo descritto anche noi in quanto le lamentele erano palesi e le condizioni di vulnerabilità sono le carenze di personale.  Ed è per tali condizioni che abbiamo, nel nostro piccolo, attuato un “clamore mediatico” solo per una condizione umana precaria, tale da poter essere considerato come un impulso o meglio, una motivazione a far sì che un Centro importante e funzionale come quello di Taurianova, funzioni soddisfando le esigenze di tanti malati che vivono già il calvario della propria malattia.

E l’abbiamo fatto anche per quelle persone che il dott. Bruzzese in un suo passaggio, chiama malati “normali” e per quelli “invisibili” ai media. Perché nei nostri pensieri poggiati con le dita su una tastiera, erano rivolti a loro. Soprattutto a loro! Cercando di far sì che le Istituzioni (molto silenti e inopportunamente silenti in merito, e moralmente inaccettabili),  raccogliessero “le voci dolenti non con l’occhio e l’orecchio soltanto, ma con il cuore”. Così caro dott. Bruzzese, al meno fino ad oggi, non è stato (sic!).

Speriamo anche noi in tempi migliori, così come speriamo nella sensibilità di quei cuori che colpiti dalla sensibilità di una persona con gravi patologie possa sentirsi parte integrante di una società che sempre più è composta dalle tre scimmie. Purtroppo, è un’amara verità e tale sarà sempre più triste finchè qualche battito di cuore non sarà più forte per svegliare la voce della coscienza.

A prescindere….tutto è bene (per ora), quel che finisce bene.

(gl)