Il PD sul fondo di coesione territoriale, “Gravi le accuse della capogruppo della Lega, sintomo che in maggioranza emergono i primi scricchiolii” "Oltre a denunciare scarsa chiarezza e trasparenza, si spinge fino a prospettare 'sospetti circa l’adozione di criteri di natura clientelare'"
«Rumori e scricchiolii iniziano a provenire dalla maggioranza regionale: l’interrogazione annunciata (ma non ancora depositata) dalla Lega sui progetti finanziati dai fondi per la coesione territoriale rivela, quantomeno, che c’è un corto circuito in atto tra la capogruppo Loizzo e il Presidente Occhiuto. Parrebbe quasi che i mal di pancia registrati a livello nazionale dalla componente moderata di Forza Italia (che vede la ministra Carfagna fra le principali esponenti) rispetto alla Lega salviniana, comincino a manifestarsi anche in Calabria».
È quanto dichiarano i consiglieri regionali Mimmo Bevacqua, Ernesto Alecci, Franco Iacucci, Nicola Irto e Raffaele Mammoliti che aggiungono: «Le parole della collega Loizzo non sono certo lievi: oltre a denunciare scarsa chiarezza e trasparenza, si spinge fino a prospettare “sospetti circa l’adozione di criteri di natura clientelare”. Dinanzi a tali gravi accuse – proseguono i consiglieri regionali del Pd – crediamo sia dovere dell’intero Consiglio regionale chiedere a entrambi i contendenti di fare chiarezza. Perché, delle due l’una: o la Lega gioca a conquistare un poco di visibilità, distorcendo però, a proprio piacimento, la funzione degli strumenti istituzionali; oppure bisogna prenderla sul serio quando si riferisce a un iter “oggettivamente oscuro e opaco”. A noi, gruppo Pd, interessa ben poco delle beghe interne: ma delle risorse destinate ai Comuni calabresi ci interessa parecchio e la questione non può essere archiviata con una un’alzata di spalle. Anche perché sul fondo di coesione sociale e territoriale esistono molte risorse finanziare in capo alla regione ancora non spese che forse é il caso di riprogrammare per consentire lo scorrimento della graduatoria CIS. Noi siamo pronti a sostenere una simile ipotesi consapevoli della bontà dei progetti messi in campo dai comuni oggi esclusi e che meritano la doverosa attenzione da parte delle istituzioni preposte».