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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 16 GENNAIO 2025

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Il porto di Gioia Tauro e il Nord d’Italia

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di Corrado Edoardo Mollica*

Al porto di Gioia Tauro arriva il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Toninelli, esattamente un rappresentante del M5S settentrionale, che un anno fa in Lombardia e Veneto, oltre alla Lega Nord, Pd, Forza Italia ecc., ha votato a favore del referendum “consultivo”, per avere più autonomia e più risorse dallo Stato, quindi sempre più “nostre” risorse al Nord Italia. E si perché la questione è territoriale, con i partiti, tutti a comando settentrionale, pronti e decisi a difendere i propri interessi. E ovviamente nell’individualistica Italia con un unica “cassa”, ciò che un territorio prende non va da un’altra parte. E così per venire al ministro delle infrastrutture, da Ilsole24ore, in Italia ci sono circa 24 miliardi di euro solo di grandi opere “ferme”, di cui oltre 21 sono al Nord Italia e circa 3 al Sud d’Italia. Si chiede o si urla perché l’uso delle risorse pubbliche è disuguale tra i territori? Si chiede o si grida perché l’Alta velocità ferroviaria non è stata realizzata al Sud d’Italia, con l’amministratore delegato di Rfi che dichiara “A mio parere l’alta velocità si ferma con la realizzazione del collegamento Brescia-Padova, ed è sufficiente. Al sud non serve”? No. Forse perché tutte queste opere e le risorse destinate, pure le “nostre” del Sud d’Italia, sono state decise nel corso degli anni ovviamente anche con il consenso dei nostri rappresentanti territoriali? Come è stato possibile? Semplicemente perché sono e sanno di essere in posizione debole, impotenti, che più di tanto non possono, anzi sanno che devono dire sempre di si ai rappresentanti politici del Nord Italia, se no sono fuori. Con un click. Il partito del Nord, non solo la punta di diamante la Lega Nord, non ammette insubordinazioni. Alle elezioni politiche il popolo del Sud d’Italia per la prima volta unito, voglioso di cambiamento, ha inteso dare una messe di voti al M5S. E questo, con un voto meno favorevole per il M5S al Nord, ha fatto immaginare ad una rappresentanza partitica territoriale del Sud d’Italia, come la Lega Nord al settentrione, pronta, finalmente, a fare e a difendere gli interessi del proprio territorio. Ma le dinamiche di questi mesi sembrano mostrare il “solito” schema, in cui i rappresentanti M5S (fondato a Milano), come già i colleghi di tutti i partiti, devono pensare solo al loro orticello e per il resto, davanti alle richieste del Nord, si diventa yes-man. Cosa diranno, quindi, al ministro i colleghi sul porto di Gioia Tauro? Diranno perché non ha le infrastrutture necessarie per lo sviluppo? O chiederanno perché le stesse risorse vanno nei porti del Nord Italia, ad aumentare i volumi di transhipment e attivare investimenti internazionali? O arriveranno a chiedere del contrasto tra le società che gestiscono il porto di Gioia Tauro con concessione pubblica, chissà perché e chissà per cosa? O non diranno niente, “buoni e allineati”, e che in effetti al Sud d’Italia di risorse pubbliche non si può, per gli “sprechi” o per la presenza della criminalità organizzata? Chissà se mai qualcuno dirà che forse di sprechi il Sud d’Italia in confronto al Nord è come un principiante davanti ad un professionista? Solo per citare Expo, decine di miliardi di euro di tutto il paese, a parte le inchieste «una Cupola politica degli appalti» per corruzione, truffa ecc, con opere neanche concluse, “sprechi” che messi insieme neanche in anni e anni. O diranno che la criminalità organizzata è ovviamente presente in tutto il mondo e anzi è ancor più forte dove l’economia è più rilevante e le opere eccome se si fanno? O diranno che il M5S (Nord), nel sostenere il referendum leghista, ha criticato gli “sprechi” per l’autostrada BreBeMi, socio di maggioranza Autostrade Lombarde, tra le più inutilizzate d’Italia (e fatta dove c’era già altra autostrada, la Serenissima), costo preventivato di 800 milioni e poi, puff, costi lievitati a 2.439 milioni di euro, e ora altri 300 milioni dallo Stato, cioè ancora i “nostri” soldi? O chiederanno perché per “consultare” i cittadini Lombardia e Veneto hanno speso di risorse pubbliche 52 milioni, quando l’Emilia Romagna ha inviato al governo una pec? Quante domande. Forse percepiranno che il popolo del Sud d’Italia inizia a essere stanco di subire, di essere soggiogato e, dall’Economist quest’anno, infangato per essere sfruttato. Un popolo che vuole dire basta, ritrovare orgoglio, dignità, che è pronto a difendere il proprio territorio e bandire chi, al servizio di altri territori, “tradisce” se stesso e tutti i meridionali d’Italia. Intanto l’altro ieri sempre su Ilsole24ore in una intervista con un palermitano/milanesizzato, Milano è la “città degli affari, del potere civico e dell’influenza culturale”, mentre Palermo è “violenta e sensuale”. E parliamo di Palermo, Capitale di Regno, una storia millenaria imparagonabile per prestigio storico. Chissà se un giorno con ritrovato orgoglio, in risposta a usuali titoli sul Sud d’Italia, sui mass media meridionali leggeremo che Milano, in Italia, è, anche, la “capitale della corruzione” o la “capitale dello spaccio di droga” o “capitale degli sprechi” o della “cementificazione” o “dell’inquinamento”, dei “reati” ecc ecc. Salvo poi trovarla nell’indagine sul giornale di Confindustria, (ovviamente basata essenzialmente su parametri economici) al top per qualità della vita. Al Nord c’è sempre il negativo e il positivo, al Sud d’Italia solo e sempre solo negativo? E si, nel mondo, pecunia non olet. È tempo di cambiare il nostro destino.

*autore del libro “IL SACCO DEL SUD D’ITALIA”