Il Partito democratico, “E non ha protezioni a livello governativo visto che Matteoli pensa agli scali toscano-liguri, che Brunetta sponsorizza Venezia e Frattini Trieste”
Il porto di Gioia Tauro rappresenta il 50% del Pil privato della Calabria
Il Partito democratico, “E non ha protezioni a livello governativo visto che Matteoli pensa agli scali toscano-liguri, che Brunetta sponsorizza Venezia e Frattini Trieste”
GIOIA TAURO – Analisi della preoccupante situazione di crisi economica del Reggino ed elaborazione di strategie per la ripresa immediata del tessuto economico partendo dalla rinascita del Porto di Gioia Tauro, messo in ginocchio dalle politiche nazionali del Governo. Sono stati questi gli indirizzi di confronto perseguiti ieri mattina al tavolo di discussione con l’onorevole Massimo D’Alema presso l’Hotel Excelsior a cui hanno preso parte attivamente le associazioni di categoria del tessuto produttivo locale, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl ed i sindaci di Rosarno e San Ferdinando, Elisa Tripodi e Domenico Modafferi. Il confronto si è svolto in due momenti diversi. Nella prima fase, infatti, il consigliere regionale Demetrio Battaglia ha coordinato l’incontro tra lo stesso D’Alema e le categorie dei settori produttivi mentre nella seconda occasione la discussione è stata guidata dall’esponente dell’esecutivo nazionale del Pd Demetrio Naccari. I rappresentanti del settore produttivo ed economico hanno evidenziato le gravi problematiche che investono il nostro territorio come la mancanza di liquidità delle imprese, che genera un concreto rischio di aumento dei licenziamenti, e la notevole carenza infrastrutturale. Per quanto riguarda la situazione del Porto di Gioia Tauro, fondamentale per lo sviluppo della Calabria e dell’Italia, è stato evidenziato quanto le politiche fiscali del Governo nazionale di centrodestra trascurino i porti di transhipment che, di fatto, sono tutti collocati nel Mezzogiorno ed è grave che non sia possibile proiettare il porto in un contesto internazionale, senza contare che il governo nazionale incentiva pezzi di portualità che stanno solo al Nord, tra cui Vado Ligure, Genova e Trieste. Manca una progettualità sulla portualità nazionale. Lo scalo di Gioia rappresenta il 50% del Pil privato della Calabria e non ha protezioni a livello governativo visto che Matteoli pensa agli scali toscano-liguri, che Brunetta sponsorizza Venezia e Frattini Trieste. Per la ripresa occorre fare quello che ha fatto Prodi nel 2008 quando convinse Aponte a fare scalo a Gioia Tauro, come ha sottolineato lo stesso D’Alema affermando che «la politica della portualità meridionale è stata una scelta strategica del centrosinistra». Il Governo deve salvaguardare gli scali del Sud ripensando forme di fiscalità di vantaggio e di riduzione dei costi del lavoro attraverso interventi a sostegno delle imprese. Poi bisogna riprendere il piano di sviluppo dell’area portuale e industriale di Gioia Tauro varato dall’ex commissario governativo De Dominicis che prevedeva un’integrazione tra area portuale e industriale e la creazione di un’unica governance. Sul fronte regionale è necessario avviare l’immediata cantierizzazione della scheda contenuta nell’Apq relativa agli incentivi per produrre energia rinnovabile a basso costo, capace di ridurre la spesa energetica degli operatori con un risparmio traducibile in rilevante minore costo del servizio di transhipment. Va anche approvata una legge regionale che incentivi la formazione di coppie di treni merci in partenza/arrivo a Gioia Tauro e creare una governance unitaria mediante la società interporto, a partire dalla centralità dell’Autorità Portuale. Contestualmente occorre ottenere dal Governo nazionale l’abbattimento delle tasse portuali a carico della fiscalità nazionale, la fiscalizzazione parziale degli oneri sociali con una moratoria per almeno tre anni e l’istituzione di un’area defiscalizzata, oltre all’immediata messa a disposizione delle risorse economiche per realizzare l’Apq. La discussione è stata ampia e proficua e, dopo il turno elettorale, ci saranno altre occasioni per elaborare una strategia comune e trasversale sul piano politico per la crescita dell’Area di Gioia Tauro.
L’ufficio stampa