Il porto turistico di Gizzeria è abusivo: rischiano il processo in 25
redazione | Il 17, Gen 2013
La struttura nacque su un’area considerata di importanza comunitaria e secondo le accuse i lavori furono abusivi dalla Fedilbarc snc. Ora la Procura chiede di mandare alla sbarra l’amministratore della società, i progettisti dell’opera, ma anche dirigenti del Comune e della Regione che hanno dato il via libera
Il porto turistico di Gizzeria è abusivo: rischiano il processo in 25
La struttura nacque su un’area considerata di importanza comunitaria e secondo le accuse i lavori furono abusivi dalla Fedilbarc snc. Ora la Procura chiede di mandare alla sbarra l’amministratore della società, i progettisti dell’opera, ma anche dirigenti del Comune e della Regione che hanno dato il via libera
La Procura della Repubblica di Catanzaro ha presentato una richiesta di rinvio a giudizio per 25 persone indagate a vario titolo per falso ideologico, abuso d’ufficio in concorso, e reati ambientali nell’ambito dell’inchiesta relativa a presunti illeciti connessi alla realizzazione del porto turistico «Il Delfino», di Gizzeria, in provincia di Catanzaro, su un’area comprendente il sito del «Lago la Vota», considerato di importanza comunitaria. Si tratta di imprenditori, e poi ex amministratori e tecnici del Comune di Gizzeria, nonchè funzionari e dirigenti della Regione Calabria.
LA VICENDA
L’indagine, nata da un’attività coordinata dalla Procura di Lamezia Terme, è approdata nel maggio 2011 davanti al giudice per le indagini preliminari del locale tribunale che ha stralciato le posizioni di 25 persone inviandole all’attenzione della Procura di Catanzaro per competenza territoriale. E adesso, nell’ufficio del capoluogo, il sostituto procuratore, Paolo Petrolo, ha chiesto che si mandino sotto processo gli indagati, indagati rispetto alla vicenda della «Fedilbarc snc», società che realizzò, abusivamente secondo le accuse, «l’ampliamento della struttura portuale turistica», per i quali l’udienza preliminare è fissata il 18 febbraio davanti al giudice Assunta Maiore.
I NOMI
Le persone coinvolte sono Antonietta Aiello, 44 anni di Lamezia, e Filadelfio Fedele, 61 anni di Lamezia, rispettivamente amministratore e gestore della «Fedilbarc». dei componenti del nucleo Via del dipartimento ambiente della Regione Calabria, Giuseppe Graziano, 50 anni di Cosenza, Giuseppe Cortone, 58 anni di Cerisano, Antonio La Rosa, 38 anni di Mammola, Raffaele Mangiardi, 35 anni di Brognaturo, Giuseppe Melfi, 54 anni di Castrovillari, Giuseppe Putrino, 37 anni di Crotone, Francesco Salatino, 57 anni di Cosenza, Vincenzo Schirinzi, 50 anni di Cosenza, Andrea Sposato, 39 anni di Cosenza, Luciano Matragano, 59 anni di Catanzaro, Franco Labonia, 58 anni di Satriano, Walter Canino 64 anni di Catanzaro, Antonino Genovese, 63 anni di Reggio Calabria, Luciano Pelle, 61 anni di Antonimina (RC), del progettista Antonio Pelle, 52 anni di Lamezia; di Giuseppe Iacopino, 61 anni di Catanzaro, dirigente del Dipartimento ambiente della Regione Calabria; di Claudio Bertullo, 66 anni di Reggio Calabria, Rita Mattia 63 anni di Catanzaro, dirigenti di Urbanistica e Demanio della Regione Calabria; dell’impiegato regionale Salvatore Gallelli, 63 anni di Soverato; di Angelo Colaci, 58 anni di Vibo, responsabile del procedimento; di Sarino De Sensi, 63 anni di Falerna, istruttore comunale di Gizzeria della pratica; Ottorino Roppa, 56 anni di Gizzeria, professionista esterno del Comune di Gizzeria, Francesco Nicolazzo, 45 anni di Lamezia, progettista e direttore dei lavori di una variante. Tra i legali impegnati nella difesa gli avvocati Francesco Iacopino, Vittorio Platì, Pino Zofrea, Crescenzio Santuori.