Il presidente Magarò prende parte alle iniziative del IV Salone della Giustizia di Roma
redazione | Il 29, Nov 2012
“La ‘ndrangheta non è una questione solo della Calabria, il fenomeno ha dimensioni nazionali e va affrontata con mezzi che tengano conto di questa situazione nuova” – questo il pensiero del presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta che ha riflettuto anche sul valore della legalità
Il presidente Magarò prende parte alle iniziative del IV Salone della Giustizia di Roma
“La ‘ndrangheta non è una questione solo della Calabria, il fenomeno ha dimensioni nazionali e va affrontata con mezzi che tengano conto di questa situazione nuova” – questo il pensiero del presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta che ha riflettuto anche sul valore della legalità
“Il Salone della Giustizia è l’occasione di confronto tra le istituzioni, in particolare sui problemi nel Mezzogiorno, dove i pericoli derivanti dalla prepotenza mafiosa si sommano con le emergenze sociali”.E’ l’opinione del presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta Salvatore Magarò, che oggi ha preso parte alle iniziative del IV Salone della Giustizia (dove il Consiglio regionale è presente con uno stand), inaugurato dal presidente della Commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli, dal Presidente del Tribunal Superior de Justizia della Ciudad autonoma di Buenos Aires Luis Lozano e dal sindaco di Buenos Aires Maurizio Macri.
“La ‘ndrangheta, questo è ormai emerso in maniera inequivocabile, non è solo un problema o una questione della Calabria – spiega il presidente Magarò – Il fenomeno ha ormai dimensioni nazionali e va affrontato con una visione e con mezzi che tengano conto di questa situazione nuova, a lungo purtroppo, deliberatamente o meno, sottovalutata e ignorata. La Commissione che rappresento ha prodotto non proclami o inutili orpelli, ma una serie di provvedimenti legislativi poi approvati dall’Aula, mentre altri sono in itinere. Mi preme ricordare almeno i più importanti: la costituzione di parte civile in tutti i processi in cui la ‘ndrangheta è implicata; gli interventi a favore delle imprese che non scendono a patti con la criminalità; le agevolazioni a favore
dei testimoni di giustizia, delle loro famiglie, delle vittime; la tracciabilità informatica dei procedimenti amministrativi in ogni loro fase; più risorse ai comuni da investire sui beni confiscati (per il ripristino e l’avvio di nuove attività); regole comportamentali dirette a garantire il corretto svolgimento delle gare e inibizione delle infiltrazioni criminose attraverso l’inserimento del patto d’integrità tra le clausole contrattuali degli appalti.
Tra quelli, invece che abbiamo in cantiere vi è la proposta di legge recante interventi per favorire il riutilizzo e la valorizzazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali in Calabria, già licenziato dalla Commissione che presiedo e di prossima approvazione in Consiglio Regionale, e la redazione di un codice unico delle leggi antindrangheta”.
Infine, il presidente Magarò ha riflettuto sul valore della formazione alla legalità: “Non ho dubbi – ha detto – che la svolta in questa problematica aspra e difficile possano darla i giovani, nei quali si coglie in Calabria un forte risveglio delle coscienze, che è un segno di speranza su cui la buona politica e le classi dirigenti del Paese debbono assolutamente puntare. D’altronde, il successo di magistratura e forze dell’ordine nella lotta alla mafia ha reso più consapevole e quindi spronato la società civile della necessità di far fronte comune, di rischiare, di scendere in campo a viso scoperto per fermare un mostro che mentre minaccia l’incolumità fisica di ciascuno blocca ogni processo di risanamento economico e sociale. A mio avviso, l’educazione alla legalità e le iniziative, nazionali e regionali, per agevolarla e inverarla sono parte decisiva di questa sfida che dobbiamo a tutti i costi vincere”.