Il “francescano” Marchionne
redazione | Il 10, Nov 2012
Editoriale di Maurizio Compagnone
Il “francescano” Marchionne
Editoriale di Maurizio Compagnone
L’Italia è ricca di imbonitori e televenditori, la crisi economica ha prodotto questa nuova professione e dopo il Cavaliere ecco il nuovo che avanza, l’uomo dal golfino rigorosamente scuro di puro cashmere che con il suo look “confidenziale” ha saputo ingraziarsi i cuori dei governi e dei sindacati moderati, solo la Fiom avvezza ai trasformismi non ci è cascata, e oggi l’uomo dal look semplice ha gettato il saio ed ha mostrato il vero volto, lasciando trasecolati i tanti che hanno creduto al benefattore Marchionne.
Progetti pomposi sono stati annunciati dal Marchionne, 20 Mld per il piano “Fabbrica Italia” come sono stati annunciati così si sono sgonfiati.
Dove sono finiti questi progetti megagalattici, come mai non se ne parla più?
Ora tutti fanno mea culpa dal Governo ai due sindacati tenerelli, ricordiamo al gatto e la volpe che è ora di finirla di fare gli scendiletto di GOVERNO e CONFINDUSTRIA e facciano rispettare la Mission del Sindacato.
Che fine ha fatto il piano che avete appoggiato, in cui era prevista la realizzazione di 1.4 milioni di auto, cari gatto e la volpe fare sindacato non significa andare a braccetto con governo o peggio ad incontri riservati dimenticando di invitare il più rappresentativo sindacato dei lavoratori, la Fiom.
Il vostro atteggiamento non vi rende più credibili davanti alla classe operaia.
Il mega piano faraonico, cari sindacalisti, si è ristretto, ad oggi vengono prodotte solo 450 mila auto ripartite su 5 stabilimenti. Il numero esiguo delle auto prodotte ha portato la Fiat a valutare la chiusura di 2 stabilimenti che andrebbero a pesare sulla forza lavoro, secondo i calcoli 10.000 sono i dipendenti coinvolti tra operai e impiegati che difficilmente troveranno nuova collocazione.
Marchionne ha fato di tutto per inasprire le relazione sindacali, ha stracciato il contratto nazionale di lavoro, ha espulso da tutti gli stabilimenti l’unico sindacato che tutela gli interessi dei lavoratori, la Fiom, rea di non essersi messa a 90° gradi come hanno fatto il gatto e la volpe.
Marchionne l’uomo innovatore, ribadiamo in negativo, di nuove regole che rimodulano le relazioni sociali e sindacali, chi rappresenta i lavoratori lo deciderà il padrone, ci auguriamo di non tornare alle filande, naturalmente solo chi sarà gradito può sedersi al tavolo delle trattative e per il gatto e la volpe il posto è sicuramente assicurato.
Anche la sospensione al diritto allo sciopero, come pure quello della mensa, secondo le nuove disposizioni, sono prerogative del padrone e verranno concesse a seconda le esigenze del mercato.
“Se c’è da lavorare cari lavoratori pensate di rimboccarvi le maniche? Pelandroni, andate alla catena di montaggio e non pensate neppure di perdere tempo con la pausa mensa, sono minuti preziosi che togliete al lavoro, a mangiare c’è sempre tempo, e poi pensate alla possibilità di lavorare leggeri senza pesi sullo stomaco, una barretta energizzante è quello che ci vuole, è comoda e veloce, può essere consumata anche mentre si lavora senza inutili e dannose pause che distraggono e assopiscono arti e cervello.”
Come si può pensare di poter competere sul mercato globale dell’auto senza produrre nuovi modelli? “Errata corrige” un modello è stato partorito dalla cicogna e che supercar, 5 posti comodi una granturismo di primo piano da maison di moda francese, la unica, inconfondibile, “PANDA” udite udite, l’unico progetto sfornato dalle menti diaboliche dei design torinesi è la “PANDA”, con questa Marchionne si appresta a competere nel mercato globale, non è che Marchionne abbia visioni mistiche?
Senza nuovi modelli la Fiat rimane una pulce pronta ad essere schiacciata, l’Italia è un paese dalle idee vulcaniche caro Marchionne, finanzia la ricerca e lo sviluppo e vedrai che i nostri giovani design sapranno tirare fuori il coniglio dal cilindro, come puoi pensare di rinviare a tempi migliori, rischiamo di perdere fette di mercato.
Abbiamo l’Alfa Romeo dal marchio grintoso e prestigioso, tanti alfisti nel mondo erano in attesa della nuova ammiraglia la “169”, che fine ha fatto, è ancora in embrione?
Eppure di questo modello dalla linea accattivante, di cui si sono viste foto non se ne parla più, tanti alfisti nel mondo attendevano di entrare in possesso della nuova creatura. Per gli amanti del marchio Alfa Romeo ogni modello è una creatura da coccolare e vezzeggiare come una bella donna, e la mancanza della “169” si fa sentire nel cuore degli amanti del biscione.
Non possiamo negare la crisi dell’auto ma se una azienda non vende entrano in gioco anche altri fattori, altrimenti varrebbe per tutte le case, ma non è così, l’auto rappresenta il modo di essere di ognuno di noi e deve essere al passo con i tempi deve rispecchiare la società del momento, cosa che in Fiat neppure si sono approfonditi i cambiamenti sociali e antropologici.
Di questo passo gli altri continuano a prendersi sempre maggiori fette di mercato lasciate dalla Fiat e noi continuiamo a pensare alla crisi. Caro Marchionne ci sarà pure la crisi ma ci sono pure paesi che la crisi non sanno neppure cosa è, Sud Africa, Brasile, Cina, India, Indonesia, Australia, Cile sono solo alcuni, pensi di conquistarli con il pandino?
Marchionne la laurea ad Harvard è importante ma lo è altrettanto prendere decisioni immediate, possibile che il Management Fiat non ha capito che continuando ad aspettare tempi migliori a crisi finita la Fiat non sarà più sul mercato non avendo nuovi prodotti con cui competere con la concorrenza?
Ma guarda lo hanno capito anche il gatto e la volpe che vivono una condizione di profondo imbarazzo per aver abboccato a un amo avvelenato ed essersi trasformati in cavalier serventi del padrone. Come puoi caro Marchionne permetterti di dire a Monti che la Fiat investe dove gli stati sono prodighi di aiuti pubblici, spero che tu non soffra di amnesia, ti invito a leggere i bilanci dei governi italiani da prima del ‘900 e troverai una bella sorpresa, è dal 1899 che lo Stato italiano si svena per aiutare la Fiat.
Già ai tempi della prima guerra di Libia nel 1910, la fabbrica torinese fece incetta di denaro pubblico per costruire quei famosi blindati che fecero storia, dovevano essere utilizzati nel deserto e la Fiat li consegno dimenticando di inserire scudi a protezione dei carburatori.
Marchionne gli italiani non sono stupidi non puoi pensare di continuare a ricattare il nostro paese elogiando quello che il Brasile sta facendo per la Fiat, non abbiamo bisogno che tu ce lo ricorda, a differenza di te noi ricordiamo gli aiuti ricevuti dalla Fiat dall’Italia per oltre un secolo, e quelli che il Brasile sta concedendo oggi con il finanziamento dell’85% per il nuovo stabilimento nello stato di Pernambuco, come vedi noi mostriamo coerenza intellettuale.
Il vero imprenditore non è colui che costruisce con i soldi di altri come ha sempre fatto la Fiat, in questi anni il marchio Fiat non ha mai pensato a lanciare modelli performanti, i suoi modelli sono stati sempre ibridi e con poco appeal. E’ inutile che ci ricordi del tappetino che i serbi ti hanno steso per aver portato i modelli inizialmente destinati a Mirafiori nel nuovo stabilimento in Serbia, ti ricordo che è un tappetino di “pelle umana” pelle di operai italiani. E’ inutile che ci ricordi del denaro stanziato dal Governo Serbo per ogni operaio serbo assunto e nessun dazio per l’esportazione verso la Russia, sono cose risapute.
Ormai il Marchionne pensiero è chiaro e su questa falsariga si appresta a penetrare anche il mercato cinese e indiano.
E che dire dei 7,6 miliardi di dollari che Obama ha messo per salvare la Chrysler, il marchio che fa da timone alla Fiat e che sta salvando Marchionne dalla bancarotta.
Il funambolico Marchionne oltre ad aver succhiato denaro pubblico ha strappato i diritti degli operai e sindacali, con lo stesso ricatto presentato a Pomigliano, ha ottenuto la sospensione del diritto di sciopero fino al 2015 e il salario dimezzato per i nuovi assunti, palla che ha preso al volo licenziando quasi tutti i vecchi al momento dell’accordo con il governo.
Marchionne l’uomo dalle mille sfaccettature, canadese di passaporto, svizzero come contribuente fiscale, abruzzese di sangue, pensava di portare il modello americano in Italia, ma la Fiom attenta e scrupolosa lo ha impedito e oggi Marchionne scarica tutto il suo livore sulla Fiom, ritenuta responsabile del fallimento italiano ed europeo della Fiat.
Come è sua abitudine Marchionne si defila sempre dalle domande dirette, evita di rispondere a chi giustamente gli fa notare che se la crisi c’è, non è solo per la Fiat, quindi come mai la Volkswagen, pur in piena crisi dell’auto continua a vendere e a rosicchiare fette di mercato alla concorrenza, Fiat in primis?
Risposta?………………. E’ una bella giornata.
Da italiani, amanti della propria patria, siamo fortemente preoccupati dallo shopping che la Volkswagen sta facendo di prestigiosi marchi italiani, Lamborghini e Ducati tra gli ultimi, non è che nel paniere c’è in programma di mangiarsi anche la Fiat, Marchionne SVEGLIA.
Il suo buonismo impietosisce, ha deciso, la Fiat rimarrà in Italia, aggiungiamo “QUANTO E’ BUONO LEI” non senza e senza ma, l’arcano c’è, la sua generosità che paventa nasconde altro e noi che siamo per l’informazione corretta, è giusto che la diamo, è vero si che lo Stato non finanzia la Fiat, ma è pur vero che la finanzia indirettamente con la cassa integrazione in deroga per non licenziare e sgravi fiscali, e secondo voi non sono soldi pubblici quindi dei contribuenti? Marchionne l’onesta è una virtù che pochi anno.
Caro Marchionne sei un capo d’industria non un negriero e gli operai non sono schiavi o sudditi ma sono persone dotate di cervello e dignità, hai portato la Fiat fuori da Confindustria, pretendi dal governo leggi sempre più stringenti per aumentare flessibilità, straordinari e obbedienza dei lavoratori.
Il richiamo a Marchionne viene anche da altri industriali che gli hanno ricordato l’importanza del Made in Italy. Finalmente anche il gatto e la volpe si sono svegliati e con ritardo mostrano preoccupazione per il futuro del lavoro in Fiat, che fine hanno fatto i tanti proseliti di tutti i partiti da Bersani a Casini fino ad Alfano, oggi alzano la voce ma gli operai non dimenticano quando consigliavano gli operai di votare per il padrone rinunciando ai diritti e alla Fiom.
Adesso “fingono” di fare la voce grossa, ma sono raspanti.
A difendere i diritti degli operai a farsi rappresentare da chi vogliono loro e non il padrone, resta solo la magistratura che sta dipanando le tante cause portate avanti dalla Fiom per antisindacalità.
Se i diritti dei lavoratori devono passare attraverso la magistratura per il perseguimento degli obiettivi di
uguaglianza e di libertà e delle legittime dinamiche sociali, la funzione del sindacato perde colore. Il rilancio di un’azione corale per la riaffermazione dei valori costituzionali diviene, pertanto, la premessa necessaria perché la giurisdizione riscopra l’ispirazione che aveva orientato allora la sua attività. Quelle prassi non devono essere riposte, ma rappresentare piuttosto un pregnante modello di riferimento che va tuttora perseguito dalle fasce sociali e dai soggetti collettivi ancora
fedeli al patto costituzionale.
Maurizio Compagnone, Opinionista de “La Gazzetta italo brasiliana” e Segretario Organizzativo dei Popolari Glocalizzati