Il ricordo della Shoah al “Ferraris” di Catanzaro L'associazione "Universo Minori" ha organizzato un incontro che è stato introdotto dal film-documentario: " Mio padre nei lager"
Una mattinata densa di emozioni stamattina all’istituto IPSIA “G. Ferraris” di Catanzaro. L’associazione “Universo Minori” con la presidente Rita Tulelli ha organizzato un incontro-dibattito sul tema della Shoah.
L’incontro si è aperto con i saluti della dirigente scolastica Francesca Bianco, della presidente dell’associazione ” Universo Minori” Rita Tulelli e con il professore Antonio Pugliese. Il professore Pugliese ha portato un film-documentario dal titolo: ” Mio padre nei lager” del regista Enzo Carone, il film è tratto dall’ omonimo libro del professore Pugliese. Il film è una memoria del padre dello scrittore che racconta l’orrore vissuto quando fu prigioniero dei tedeschi e l’esperienza traumatica del campo di Luckenwald con ed insieme ai Russi. Atroci descrizioni. Un inferno che popola la memoria di vite spezzate, di ferocia, di dolore. Ma anche la volontà di non soccombere all’orrore, al male, alla morte. La voglia di tornare a casa, di riabbracciare i familiari, di risentire il muggito delle
mucche, l’abbaiare dei cani; di rivedere l’uva e le prugne e la ragazza dei sogni. Il racconto di una vita umile, di un uomo comune. Un granello di umanità nella tempesta della seconda guerra mondiale. Nel vedere questo film- documentario uno studente con voce commossa ha proferito che sarebbe meglio non ricordare in quanto tanto dolore è stato vissuto da bambini, anziani e tanti innocenti e questo ricordo spezza il cuore di tutti noi.
Il professore Pugliese nel dibattito ha detto che una civiltà non esprime odio quando il sole o la pioggia distruggono i raccolti: si rimbocca le maniche ed affronta il disastro perché consapevole del dovere morale di reagire nella maniera giusta alle sfide della natura. Pugliese infatti nel libro non scrive una sola parola di odio contro gli aguzzini: ha capito che i portatori del disastro ed i costruttori di una realtà crudele sono uomini, ma sa per l’antica ricordata cultura della civiltà contadina, che bisogna andare oltre la ferocia recuperando la dimensione umana che è il patrimonio di ciascuno di noi e che resta intatto finché tale lo conserviamo.