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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 13 GENNAIO 2025

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Il saluto del presidente Talarico al Cardinale Tarcisio Bertone

Il saluto del presidente Talarico al Cardinale Tarcisio Bertone

| Il 03, Dic 2011

Sono particolarmente lieto, a nome mio personale e del Consiglio regionale della Calabria, che ho l’onore di presiedere, di porgerLe un deferente saluto in occasione della Sua visita a Reggio Calabria, dove è stato invitato a ricevere il prestigioso Premio Anassilaos per la Pace intitolato al “Beato Giovanni Paolo II”

Il saluto del presidente Talarico al Cardinale Tarcisio Bertone

Sono particolarmente lieto, a nome mio personale e del Consiglio regionale della Calabria, che ho l’onore di presiedere, di porgerLe un deferente saluto in occasione della Sua visita a Reggio Calabria, dove è stato invitato a ricevere il prestigioso Premio Anassilaos per la Pace intitolato al “Beato Giovanni Paolo II”

 

 

Eminenza reverendissima,

sono particolarmente lieto, a nome mio personale e del Consiglio regionale della Calabria, che ho l’onore di presiedere, di porgerLe un deferente saluto in occasione della Sua visita a Reggio Calabria, dove è stato invitato a ricevere il prestigioso Premio Anassilaos per la Pace intitolato al “Beato Giovanni Paolo II”.

Un saluto al presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, al Presidente dell’Associazione Stefano Iorfida, a Monsignor Mondello, Presidente della Conferenza Episcopale, a tutti i vescovi della Calabria, a Sua Eccellenza il Prefetto Luigi Varratta,  a tutte le autorità presenti e  agli intervenuti.

Un premio che fa riferimento alla pace, dedicato alla memoria di Papa Wojtyla – assegnato ad un uomo della Chiesa come Lei, alla Sua statura morale, alla ricchezza della Sua fede e al Suo prestigioso ruolo nello Stato della Città del Vaticano – assume per tutti noi un altissimo significato.

Eminenza, Lei giunge in una regione, la Calabria, dai tanti problemi, tormentata da tante situazioni di disagio, ma anche una terra dalle tante potenzialità e talenti inespressi che, se bene utilizzati e sfruttati, potrebbero determinare crescita economica, sociale e culturale.

Sta a noi, massime istituzioni regionali, promuovere politiche di sviluppo che perseguano il bene comune per costruire una società più sana e più giusta.

Sta alle istituzioni tutte contribuire e unire gli sforzi per sostenere ognuno per le proprie competenze i processi di miglioramento del nostro tessuto sociale.

Il nostro impegno è massimo,  la nostra speranza è riposta nelle nuove generazioni per edificare una società migliore.

Stiamo lavorando per favorire politiche di occupazione e di educazione alla legalità per rendere i nostri giovani liberi dal bisogno e da condizionamenti, creando quindi opportunità di affermazione e di benessere,  per evitare la fuga di cervelli che è il vero impoverimento della nostra terra.

Sentiamo ancora risuonare l’eco delle parole pronunciate nell’omelia dal Santo Padre, nella sua recente visita in Calabria, il 9 ottobre scorso a Lamezia e poi a Serra San Bruno, quando ha parlato di una Calabria “terra sismica non solo dal punto di vista geologico, ma anche da un punto di vista strutturale, comportamentale e sociale”.

Una riflessione forte ma veritiera della nostra realtà.

Ma sentiamo anche gli incoraggiamenti paterni del Santo Padre a cercare in noi stessi, cittadini calabresi, le vie del riscatto: “Non cedete mai alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi”, ci ha detto Il Papa, “fate appello alle risorse della vostra fede e delle vostre capacità umane; sforzatevi di crescere nella capacità di collaborare, di prendersi cura dell’altro e di ogni bene pubblico”.

Parole che hanno dato un forte messaggio di speranza alla nostra gente.

Eminenza, accogliamo anche con gioia i Suoi stimoli affinché i cattolici partecipino alla vita sociale e politica, non per interessi di parte, ma per operare per il bene comune, nella consapevolezza dell’urgenza del ripristino di quei valori etici che sono stati il robusto supporto di un’autentica cultura di vita del nostro popolo, in tutto il Paese e anche in Calabria, dove la fede è da sempre ben radicata.

Il vero problema, oggi, oltre ai malesseri antichi della nostra Calabria, è che la nuova cultura cosiddetta globale, insieme a una falsa idea di modernizzazione senza valori, tendono a sostituirsi all’antica universalità cristiana e, appiattendosi sul valore materiale delle cose, finiscono col non riconoscere spazi di significato che non siano in linea con il presente o l’immediato futuro.

La riflessione attenta di quanto accade nel nostro tempo, ed in particolare nella nostra regione, nelle nostre comunità, la sentiamo urgente ed importante per il nostro futuro per garantire occupazione e sicurezza sociale.

Occorrono interventi sempre maggiori a sostegno della famiglia, da sempre cellula fondamentale di educazione e crescita positiva delle nuove generazioni.

Siamo profondamente lieti, Eminenza, concludendo questo breve indirizzo di saluto, del dono che ci ha voluto offrire con la Sua presenza.

La Chiesa di Calabria rappresenta un saldo punto di riferimento, in un contesto sociale a volte fatto di ritardi, silenzi e paure, la sentiamo come una guida, non solo per noi cattolici, ma per tutti i calabresi.

Sappiamo di essere chiamati a scoprire i segni dei tempi, a saperli interpretare e ad agire, a tirar fuori le energie, le risorse e i valori umani e cristiani, per cambiare il futuro di questa nostra regione, secondo l’auspicio di Benedetto XVI, che quel giorno storico, all’Angelus, con forza e insistenza ci ha esortato:

“Rinnovate, la vostra, nostra, amata Calabria”.