Il sindaco di Lamezia Terme scrive al ministro Severino
redazione | Il 27, Apr 2012
Per esprimere la sua preoccupazione e quella della comunità lametina sull’ipotesi di chiusura ed eventuale accorpamento del Tribunale cittadino. Sulla questione è intervenuto anche l’onorevole Fittante. Talarico: “No alla soppressione del tribunale di Lamezia”
Il sindaco di Lamezia Terme scrive al ministro Severino
Per esprimere la sua preoccupazione e quella della comunità lametina sull’ipotesi di chiusura ed eventuale accorpamento del Tribunale cittadino. Sulla questione è intervenuto anche l’onorevole Fittante. Talarico: “No alla soppressione del tribunale di Lamezia”
Riceviamo e pubblichiamo:
Illustrissima Sig.ra Ministro,
mi permetto di scriverLe per esprimere la mia preoccupazione, quella dell’Amministrazione e dell’intera comunità lametina per l’ipotesi di chiusura ed eventuale accorpamento del Tribunale della città, paventato in questi giorni a seguito dell’elaborazione del documento che prevede la riduzione degli uffici giudiziari con atti amministrativi successivi da parte del Suo Ministero.
Vorrei ricordarLe che Lamezia Terme, insieme al suo vasto comprensorio, è una realtà con una preoccupante presenza della criminalità organizzata, ma che, per fortuna, registra anche una forte reazione civile e sociale ed un contrasto istituzionale importante che in questi anni ha visto quale perno fondamentale la Procura della Repubblica e Tribunale.
In questa situazione, ed in un momento così delicato, far venire meno un presidio essenziale di legalità ed un punto di riferimento concreto, rappresentato dagli uffici giudiziari cittadini, rischia di essere assai negativo per tutti coloro che si battono per affermare giustizia e legalità.
Lamezia ha un numero di abitanti addirittura superiore a quello di Cosenza ed è la terza città della Calabria.
Come sa bene un approccio puramente “matematico” non può risolvere il grave problema del deficit di giustizia e legalità che vive una realtà di frontiera come la Calabria.
E’ per queste ragioni, e facendomi interprete delle preoccupazioni della città e degli operatori di giustizia (magistrati, avvocati, personale giudiziario), che Le chiedo di valutare attentamente e di evitare la chiusura in ogni modo del Tribunale e della Procura che necessiterebbero, al contrario, di un rafforzamento di risorse e di organico.
Nei prossimi giorni ho promosso un incontro con i sindaci del comprensorio, i rappresentanti istituzionali del territorio, i rappresentanti dell’associazionismo antiracket e gli operatori di giustizia allo scopo di esaminare insieme a tutti loro la situazione.
Certo che vorrà tenere presenti le nostre preoccupazioni ed argomentazioni e che vorrà operare per il bene della Calabria e della sua popolazione, in attesa di conoscere le Sue valutazioni ed i Suoi intendimenti Le porgo distinti ossequi e Le chiedo anche la possibilità di incontrarci per ascoltare le nostre ragioni.
Giovanni Speranza, Sindaco di Lamezia Terme
DICHIARAZIONE DELL’ON. COSTANTINO FITTANTE – Presidente del Centro “Riforme – Democrazia – Diritti ” di Lamezia Terme
Quando nell’ottobre 2011, un gruppo di Associazioni cittadine ci siamo riuniti per discutere del rischio che l’applicazione della legge 148 / 211, emanata dal governo Berlusconi, potesse provocare la chiusura o lo smembramento del nostro Tribunale, dalle espressioni parlamentari cittadine, ed anche da alcune organizzazioni categoriali, sono venute parole di critica alla nostra iniziativa. Siamo stati accusati di lanciare “inutili allarmismi”. C’era l’assicurazione dell’allora Ministro Palma che il presidio di giustizia sarebbe rimasto a Lamezia, ciò poteva e doveva bastare. Ma non siamo stati dei visionari. Oggi, alla luce di un piano di riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziari elaborato sulla base dei criteri contenuti nell’articolo 1, comma 2 della legge citata, gli stessi parlamentari che senza fiatare quella legge hanno votato, alzano la voce e pretendono dal governo Monti, che per altro i loro partiti sostengono, quello che non sono riusciti ad ottenere dal governo di cui facevano parte.
Dall’ottobre 2012 e fino alla conclusione del suo mandato, il Ministro Palma non ha trovato il tempo di rispondere all’invito del Sindaco Speranza di venire a Lamezia per un confronto pubblico sull’argomento. Mentre da allora ad oggi parlamentari, partiti politici rappresentati in Parlamento, organizzazioni ed associazioni categoriali, hanno osservato silenzi.
Non è dato sapere se oramai la frittata è fatta. Vogliamo sperare che ci siano ancora margini per evitare la chiusura del Tribunale.
Pensiamo che, senza clamori mediatici che servono al massimo per far dimenticare l’acquiscenza acritica alle proposte del Governo Berlusconi, tutti gli eletti lametini, anche quelli che non hanno in tempo fatto emergere il rischio evidente insito nell’applicazione della legge che non hanno votato, devono assieme mobilitarsi e operare perché venga scongiurato qualsiasi proposito di smembramento o di chiusura del Tribunale, pretendendo,semmai, che al più presto siano nominati il nuovo Presidente e il nuovo Procuratore. E la Città deve mobilitarsi.
Lamezia e il territorio comprensoriale sono l’epicentro di attività molteplici: economicche, produttive, di scambi commerciali ed anche base di traffici illeciti. C’è il diffuso radicamento della malavita organizzata con il costante rischio della sua penetrazione nell’imprenditoria sana e il condizionamento delle Istituzioni democratiche.
Per questa realtà oggettiva, Lamezia non può essere privata del presidio di giustizia e di sicurezza.
L’operazione del governo Berlusconi, era finalizzata al risparmio di spesa. Obiettivo improbabile da raggiungere. Non si può tagliare, tagliare e ancora tagliare i fondi destinati a servizi essenziali quali la giustizia, la scuola, la ricerca. E’ in tutt’altra direzione che bisogna intervenire. Ed è inaccettabile che la razionalizzazione dell’organizzazione statuale debba sempre fare riferimento alle circoscrizioni provinciali che, per altro, si intendono sopprimere. Per altro, ogni qual volta si è operato in tale direzione, il risultato è sempre stato fallimentare (vedi gli accorpamenti delle ASL in Calabria).
Altri devono esser i criteri da porre alla base di un serio e razionale piano di riordino degli uffici giudiziari, certamente non quelli, o non tutti quelli, indicati nell’articolo 1 comma 2 della legge 148 / 2011.
Le Associazioni lametine, che nei prossimi giorni si riuniranno, continueranno la loro battaglia a fianco degli operatori di giustizia, del Comune e delle altre espressioni istituzionali, perché venga evitata l’ulteriore penalizzazione della nostra Città e del nostro comprensorio.
TALARICO: NO ALLA SOPPRESSIONE DEL TRIBUNALE DI LAMEZIA
“Un Tribunale importante per il territorio e per la stessa amministrazione della giustizia come quello di Lamezia Terme, non può rischiare ridimensionamenti o peggio ancora la chiusura”.
Sulla questione della revisione della geografia giudiziaria in Italia, che fa temere accorpamenti e soppressioni di importanti presidi e uffici anche in Calabria, interviene il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico, annunciando una discussione, già nella prossima seduta dell’assemblea regionale, che sarà seguita dall’approvazione di un ordine del giorno da inviare a tutti i livelli istituzionali interessati, al ministro per la Giustizia e al Governo nazionale.
“Questioni così delicate, in territori, dove è necessario irrobustire gli apparati organizzativi della giustizia, anziché indebolirli o ridimensionarli, non possono essere delegate – dice Talarico – a decisioni che non tengano conto delle realtà dei territori e delle esigenze di massimo impegno nella battaglia contro fenomeni degenerativi come la mafia.
Lamezia, per popolazione, è la terza città della Calabria ed è impegnata, nelle sue componenti sociali e civili, in un percorso di riscatto e di crescita che non può non vedere, a fianco dei cittadini, l’istituzione massima dell’amministrazione della giustizia.
Una rinnovata organizzazione giudiziaria, soprattutto in assenza di una riforma complessiva della giustizia, non può – dice ancora Talarico – prevedere accorpamenti e soppressioni che, in particolare nel caso di Lamezia, sono non condivisibili e improponibili.
Credo che anche nell’ottica di un riequilibrio delle disparità nord sud a tutti i livelli, occorra – conclude Talarico – non soltanto mantenere Tribunali come quello di Lamezia Terme, rilevante per la sua centralità, in un territorio con problematiche questioni legate alla presenza della criminalità, ma valorizzare e sviluppare gli uffici esistenti, cominciando col colmare i vuoti esistenti con l’attribuzione agli uffici di nuovi e più numerosi giudici.
La nuova organizzazione degli uffici giudiziari sul territorio non può essere disegnata in astratto senza preventiva verifica con le componenti istituzionali, politiche, economiche e sociali di un territorio. Sarebbe un errore gravissimo e dobbiamo fare in modo che venga evitato”.
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