Il sindaco di Taurianova Fabio Scionti è al capolinea? Il dado è tratto, la crisi è ufficialmente aperta e in mezzo a questo marasma ci sarebbero 19 ex Lsu/Lpu da stabilizzare
Tanto tuonò che piovve! Scomodando (indegnamente) Socrate, ci ritrovammo in una “selva oscura” e fu così che anche a Dante rompemmo le scatole, così l’abbiamo fatta completa.
Sarebbe troppo facile da parte nostra (mia), dire, “Te l’avevo detto”, ma non facendo parte delle “Moire” da social, le quali prevedevano il destino, ci accontentiamo di essere come delle Cassandra (di provincia) prima dell’assedio a Troia (che non è una parolaccia, ma la città conquistata dai greci con un cavallo ingannatore).
Il sindaco di Taurianova Fabio Scionti da sultano qual è sempre stato rischia il capitombolo, sempre meglio del “terrore” in tempi di rivoluzione francese, almeno la testa gli resterà dov’è.
Mai fu così slogan tanto azzeccato come quello di “Taurianova cambia”, sembra che chi l’ha inventato sapeva già tutto di come andasse a finire. Si vincono le elezioni e si perde (per oscuri motivi) subito un pezzo con Marianna Versace, dopo è la volta del duo di coppia, Stella Morabito (ex lista Pd) e Filippo Lazzaro (Impresa Calabria), da dieci consiglieri comunali si passa a sette. E qui ci sarebbe un altro discorso da fare. Per la serie “Te l’avevo detto” visto che se prima eravate otto (con il sindaco) a ballare l’hully gully e poi siete diventati nei momenti cruciali (il bilancio) nove (con Rocco Sposato) a ballare l’hully gully, che cazzarola di necessità c’era di fare un accordo con un “innamorato”? Eravate otto (più Santo Roccu), e l’hully gully si ballava pure bene e in scioltezza, visto che eravate “esente ticket”, ovvero senza nominare assessori e altro in cambio. Gratis! Si “Cambia” continuamente.
A chi ha voluto questo accordo va dato il premio Nobel dei “vuoti a perdere”, dove nemmeno all’ippica potrebbe dedicarsi, al posto dei cavalli ci sarebbero stalle di bardotti.
Ripercorrendo questa consiliatura ne abbiamo viste di tutti i colori, guai giudiziari a parte, dove su questi stendiamo un velo pietoso per tante dissacranti motivazioni.
Il “Te l’avevo detto” continua per arrivare alla surroga di Carmela Patrizio perché dimessosi da vicesindaco per “prevenzione” contro Daniele Prestileo che tutto era tranne che un cavaliere dell’apocalisse. Come se alle dimissioni di Dario Romeo si avverasse la profezia del Vangelo secondo Giovanni, ma che alla fine era solo una scopiazzatura apocrifa (e frustrante). Lo “spettro” era Prestileo, quando poi gli spettri erano altri. E il sacrificio della povera “nebbia invisibile” è stato vano, ma soprattutto inutile. Prestileo, oggi come allora è stato sempre fedele alla “causa” uscita dal voto amministrativo. Succede che poi c’è il “pasticciaccio” e giocoforza entra Prestileo, ribadisce la sua fedeltà e anzi, si rafforza con un gruppo ombra composto da tre consiglieri comunali che potevano bastare a Scionti per andare avanti sia senza il Pd che senza Ncd. Ma lui “coccio e pietra”, la diplomazia, i saluti per strada, le strette di mano, farsi vedere spesso in giro, non (s)fuggire da vie secondarie, i sorrisi, l’umiltà sono condizioni umane a lui sconosciute, sembra che arrivi da un altro pianeta dal nome, “Io so io e voi non siete un cazzo”.
Insospettendoci di tutto ciò in quanto siamo stati assaliti da forti dubbi, abbiamo fatto delle ricerche su Scionti e se rientrasse in qualche araldico di fama mondiale, qualche casato nobiliare discendente che ne so dai Savoia(rdi), dai Borboni(alla pesca), niente. Abbiamo finanche interpellato l’Accademia araldica nobiliare che ci ha risposto in dialetto calabrese, “Vardati, comu siti vui e idu”. Svelato quest’ultimo arcano ci chiediamo, perché? Porcaccia miseria, perché? Bastava non considerare Rocco Sposato solo un numero, che ne so, un gesto, una stretta di mano, qualche telefonata anche per consigliarti, renderlo partecipe, nulla. Anzi, se n’era pure andato (perché “cacciato” senza alcuna difesa) e, fortunatamente recuperato in tempo per l’ultimo salvataggio, quello del bilancio riequilibrato. Finanche Filippo Lazzaro, oltre a votare anch’esso il “riequilibrio” aveva “consigliato” di riaprire una nuova fase amministrativa per rilanciare un’azione amministrativa, visto pure l’avvento di Prestileo, legati da un’ottima amicizia. Ma in alcune occasioni venne un altro po’ preso a male parole. Come se tutti dovrebbero ringraziare Scionti perché sindaco e perché lo abbiamo votato. Il mondo con l’avvento del “Marchese” si è stravolto, smentendo anche le rivoluzioni copernicane. Gli elettori che l’hanno votato nel 2015 invece di essere ringraziati loro, sono essi a ringraziare Scionti perché l’hanno votato (sic!). Mai accaduta una cosa del genere a Taurianova, nemmeno ai tempi della famiglia Macrì.
Ma ora cosa accadrà, specie dopo le due uscite pubbliche dei diretti interessati agli assessorati in questione che attendono la nomina (che mai avverrà)? Nino Caridi “pretende” spiegazioni asserendo che lui con i guai giudiziari accaduti non c’entra nulla perchè ci sono accordi da rispettare. Il Pd dice che siccome “c’eravamo tanto amati”, essendo il maggior partito in termini di consensi uscito alle urne, gli tocca l’assessore (e anche la delega di vicesindaco). Addirittura prendendo una posizione netta con Mesa Gerace contro il sindaco per avere “zittito” l’assessore Loprete e non solo, pubblicamente gli manifesta allo stesso solidarietà, quindi per definizione contro i modi del sindaco Scionti. Si chiariranno davanti a un caffè. D’altronde è il maggior partito formato da un solo consigliere, che fai scherzi? Intanto vedremo cosa accadrà nella riunione che avranno martedì e se vista la posizione pubblica del coordinatore cittadino, sapendo già che Scionti non gli nominerà l’assessore se usciranno dalla maggioranza. Visto pure che Scionti “zittisce”… Poi mercoledì ci sarà l’ennesima riunione e stavolta Scionti indosserà un impermeabile e si ripeterà la solita solfa del “qua sotto non piove”.
Intanto la crisi è ufficialmente aperta e stavolta mi sa che è profonda. Sperare nell’ennesimo aiuto numerico di Rocco Sposato è da illusi (quasi), come anche di altri “numeri”, ovviamente se tratti a pesci in faccia, solo pesci riceverei e non cucinati da qualche “Monzù”, ovvero i cuochi di corte dell’epoca borbonica, a meno che…
Intanto Scionti dovrà scegliere se andare avanti e sfracellarsi contro un muro, essere lui stesso il muro oppure la strada più consona, dimettersi. Visto che tra le altre cose, dall’ultima riunione si è saputo che ha intenzione di ricandidarsi. Dimettersi per aprire un dialogo all’interno della maggioranza e nei venti giorni di tempo che la legge consente, rilanciare l’azione amministrativa anche facendo a meno di qualche componente dell’attuale maggioranza e rimpiazzarlo con altri e quindi programmare un futuro serio fatto di umiltà, collaborazione e finalmente abdicando il titolo di “Marchese”. Volendo, ancora è in tempo per salvare il salvabile, dipenderà tutto da lui. Visto che candidandosi, si farà le sue liste e potrà liberarsi da molte zavorre che l’hanno danneggiato in questi quattro anni. La seconda sarebbe quella della coerenza ossia mantenere la posizione di non nominare nessuno, un passo indietro rischierebbe di perdere la faccia e sfidare apertamente con il guanto sia il Pd che Ncd, i quali a loro volta dopo le loro pubbliche rimostranze, piegarsi significherebbe perdere la dignità politica. E quindi vorrà dire che gli stessi per coerenza e dignità lasceranno la maggioranza, nei sono due consiglieri, che facilmente con un passo di umiltà e di coraggio, si potrebbero facilmente rimpiazzare. Anche se penso che Caridi con una spiegazione plausibile alle sue domande, non lascerà la maggioranza ma resterà e dirò di più, sarà anche fedele e costruttivo in un eventuale Scionti Bis. “Credo ch’un spirto del mio sangue pianga la colpa che là giù cotanto costa”, in sintesi, chi è causa del suo male pianga se stesso. Ma se dal letame nascono i fiori, non vedo perché Scionti non potrebbe “rifiorire” da questo verminaio. E in mezzo a tutta questa baraonda con protagonisti da teatro dell’opera, ci sarebbero, se non crea disturbo, cose più importanti come i 19 ex Lsu/Lpu da stabilizzare. E, chi si prende la responsabilità di rovesciare la poltrona di Scionti e riuscire a guardare in faccia questi lavoratori con la coscienza a posto, oltre a dargli le dovute spiegazioni, visto che ai lavoratori stessi delle diatribe da pennacchio non gliene importa nulla?