Il tema del dolore nella poesia di Gian Mario Villalta In uscita "Telepatia", nuova fatica letteraria del poeta
“Perdere il dolore/ a volte è perdere tutto. Per questo non rinuncia/ all’umiliazione di sentirsi dire che non lo vuole./ Adesso sa ancora chi è. Dopo c’è solamente, /dove dovrebbe/ ricominciare, il niente.”
Così recitano alcuni versi in Telepatia, la nuova raccolta di poesia di Gian Mario Villalta edita da LietoColle e inserita nella collana “Gialla Oro”, diretta da Augusto Pivanti.
In molte pagine di questa raccolta di poesia il tema del dolore è molto presente, spesso frammisto a divagazioni, respiri filosofici, ma sempre nei paraggi a far sentire il suo peso. D’altronde la riflessione umana di ogni tempo ha prodotto un numero incalcolabile di scritti essendo l’esperienza del dolore una delle più imponenti nel cammino dell’umanità.
Se è vero quello che affermava Kahlil Gibran che soltanto quando si è vuoti, si può essere equilibrati e saldi, allora è facile comprendere che un poeta autentico come Gian Mario Villalta, per essere tale, necessariamente deve pagare quotidianamente un prezzo alto in termine di dolore, per dare cuore, anima a un sentire che non sia mai freddo e distante.
Chi fa Poesia ad alti livelli, è certo, non può permettersi il lusso di evitare la sofferenza.
Telepatia di Gian Mario Villalta si esplica in un linguaggio propenso allo scavo, alla visione lucida di un mondo che istiga sempre più l’uomo a non appartenere a nessuno: né ai luoghi, né alle persone, né alla vita stessa.