Il Tribunale del Riesame “smonta” le accuse su Domenico Tallini, non c’è certezza, ma solo sospetti L'ex presidente del Consiglio regionale era stato arrestato il 17 dicembre scorso nell'inchiesta "Farmabusiness", poi rimesso in libertà
Uscite le motivazioni del Tribunale del Riesame sull’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso 17 dicembre e che ha rimesso in libertà l’ex presidente del Consiglio Regionale, Domenico Tallini, “Gli elementi per come rivalutati propendono per un sospetto che non supera la soglia della gravità indiziaria necessaria a giustificare il mantenimento di un vincolo cautelare”
Inoltre, Il quadro che si delinea all’esito di una rilettura del compendio indiziario porta a ravvisare un filtro tra la cosca e il politico rappresentato con ogni evidenza da personaggi del calibro di Scozzafava, il quale in alcune intercettazioni – va ribadito – vantava il rapporto fiduciario con l’assessore in forza del quale ha potuto coinvolgerlo in un progetto economico mascherando col tempo gli interessi criminali ad esso sottesi. Accedendo a questa prospettiva le considerazioni finali sulla posizione del Tallini possono essere ridimensionate. Il collegio al riguardo non ignora di certo che la stretta e prolungata vicinanza per alcuni anni dell’indagato a personaggi ambigui come Scozzafava e De Sole nonché il prolungato interessamento e l’attivismo dello stesso Tallini rispettivamente nell’affare del consorzio prima e della società farmaceutica dopo quanto meno possono alimentare il sospetto che il ricorrente abbia orbitato per lungo tempo in una zona grigia”.
Inoltre sembra che non ci sia stato nessun contatto con le cosche, “Le emergenze investigative attestano che Tallini ha avuto rapporti solo con personaggi in apparenza estranei al contesto criminale e non anche con figure che potessero essere immediatamente percepite come vicine alle cosche”.
E poi, “L’interessamento del Tallini nell’ambito di questa compagine societaria si giustifica alla luce del fatto che egli aveva effettuato investimenti e che il figlio risultava avere assunto un ruolo all’interno della società. Nessun contatto diretto tra Tallini e Grande Aracri Salvatore si registra anche in questo caso né vi è la prova di una condivisione tra il figlio e il padre del’ informazione ricevuta dal Giuseppe Tallini circa il rapporto di parentela tra Salvatore Grande Aracri e il capo cosca Nicolino. La società era partecipata anche da altre persone che formalmente nulla avevano a che vedere con l’associazione criminale. Sicché non appaiono sufficientemente definiti i confini della consapevolezza dell’indagato circa le presenze criminali nella società”.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Enzo Ioppoli, Carlo Petitto e Valerio Zimatore.