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Illeciti ambientali, Calabria al secondo posto in Italia

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di Nelly Dogali

La Calabria è seconda per illeciti ambientali: a dirlo è Legambiente nel suo report annuale. L’aggressione generale alle risorse ambientali del Paese di traduce in un giro d’affari che ha fruttato, ai 368 clan criminali censiti da Legambiente, ben 16,6 miliardi di euro. Gli illeciti che fruttano affari d’oro riguardano il ciclo illegale del cemento e dei rifiuti, la filiera agroalimentare e il racket degli animali. Le infrazioni si sono concentrate per il 45% nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso, cioè Campania, Calabria, Puglia e Sicilia: una percentuale che si concretizza in 12597 infrazioni di carattere ambientale.

Solo in Calabria, seconda Regione in classifica, sono stati registrati 3240 illeciti di carattere ambientale e 789 nel ciclo del cemento. La corruzione rimane lo strumento principale per aggirare le regole, anche se sono già 8 le amministrazioni comunali quest’anno sciolte per mafia, tra le quali in Calabria il comune di Careri, di Palizzi e di Stilo in provincia di Reggio Calabria e dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciani dichiara che l’intento di Legambiente è principalmente quello di “riequilibrare il dibattito politico nazionale troppo orientato sulla presunta emergenza migranti e far sì che in cima all’agenda politica del nostro Paese torni ad esserci anche il tema della lotta alle ecomafie e alle illegalità”. Il Governo sta però facendo l’esatto opposto, approvando il condono edilizio per la ricostruzione post terremoto sull’isola di Ischia e nelle zone del cratere del centro Italia e con il decreto Sblocca Cantieri con cui ha allargato le maglie dei controlli per contrastare corruzioni e fenomeni criminali.

Tra le proposte di Legambiente la semplificazione dell’iter di abbattimento delle costruzioni abusive, il riconoscimento di diritti propri agli animali inserendo la loro tutela in Costituzione e l’approvazione del disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette con sanzioni efficaci. Inoltre, l’associazione richiede di riprendere la proposta di legge del 2015 sulla tutela dei prodotti alimentari per introdurre reati come il “disastro sanitario” e “l’omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose dal mercato”. Infine, Legambiente spera che il Parlamento istituisca al più presto la Commissione d’inchiesta sulla vicenda dell’uccisione della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin.