Imbalzano, il successo dell’azione dell’era Draghi passa anche la definizione dei tirocinanti calabresi La piaga del vasto bacino del precariato calabrese è una intollerabile mortificazione per i giovani della nostra regione
“La piaga del vasto bacino del precariato calabrese è una intollerabile mortificazione per i giovani della nostra regione. In questo ambito, particolare significato assume la condizione dei circa 7000 tirocinanti che prestano da anni servizio presso Enti pubblici, privati e Ministeri (Giustizia, Comuni, Miur, Mibact, Città Metropolitana, ASP) privi di alcuna tutela lavorativa, senza contributi, senza ferie, e senza eventuale diritto di malattia e con retribuzioni da fame, a fronte di 20 ore di servizio settimanale. Ma non solo! A seguito dell’inserimento nei mesi scorsi della Calabria nella Zona Rossa, essi hanno subito la beffa dell’interruzione del proprio percorso lavorativo, non percependo la retribuzione prevista, salvo un modesto “ristoro” della Regione Calabria, per evitare una vera crisi sociale. E’ venuto il momento che, tra le tante emergenze che il Governo Draghi si accinge ad affrontare, questa drammatica questione dei tirocinanti venga concretamente e definitivamente affrontata e ad essa venga data una concertata soluzione”.
E’ quanto afferma Candeloro Imbalzano, già Presidente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari” del Consiglio Regionale, che in tale veste ha affrontato nel tempo altre analoghe, delicate e tristi situazioni.
“Poiché, grazie ai percorsi formativi svolti in questi anni, i Tirocinanti hanno acquisito una preziosa professionalità, importante per l’assetto organizzativo degli Enti ove hanno prestato e continuano a prestare il loro servizio, reggendone in buona parte ormai le strutture burocratiche e le sorti, al punto che la loro eventuale assenza ne paralizzerebbe di fatto l’attività, si impone ormai una forte azione politica che coinvolga tutti i soggetti istituzionali, a partire dei Parlamentari Calabresi, perchè all’interno sia dei Fondi POR- FSE e del “Recovery Fund” trovi posto la soluzione di questa delicato problema”, continua Candeloro Imbalzano.
“E’ venuto il momento, ove necessario, di garantire ulteriori periodi di formazione retribuita in Istituti di Alta formazione, che integri la preziosa professionalità fin qui acquisita, per periodi ben delimitati e per tutto il bacino, al termine dei quali va garantito il loro definitivo inserimento nel mondo del lavoro, intanto attraverso contratti di assunzione a tempo determinato e ipotizzando, fin d’ora, successivi processi di sbabilizzazione”, conclude Candeloro Imbalzano.