Imbalzano: “La Regione faccia un utilizzo virtuoso dei Fondi strutturali europei” "Sulla gestione dei fondi comunitari serve una struttura unica alle dirette dipendenze del presidente Oliverio"
Nonostante la migliorata situazione finanziaria della Regione, pur con gli impietosi tagli che continuano a succedersi da parte del Governo centrale e grazie alle riforme ed alla politica di risanamento avviata nella legislatura appena decorsa, soprattutto in settori strategici come la Sanità, i Trasporti Pubblici e la stessa Forestazione, e non disconoscendo le innegabili criticità che ancora permangono e che impongono ulteriori e coraggiosi interventi di rigore, nessuno può avere dubbi su quella che resta l’eterna madre di tutte le battaglie: la spendita accellerata e virtuosa di tutte le risorse comunitarie oggi disponibili. Sia di quelle, ancora assai cospicue, rivenienti dalla programmazione 2007/2013, sia di quelle consentite dalla nuova pianificazione 2014-2020.
L’esperienza appena conclusa di presidente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari” mi permette di fare qualche riflessione, senza pretesa alcuna, sul percorso da intraprendere per evitare ulteriori ed altrimenti inevitabili ritardi, con danni irreparabili per l’intera regione.
Considerazioni che scaturiscono dai continui ed approfonditi confronti con valorosi colleghi nelle naturali sedi istituzionali (Commissione stessa e Consiglio) e depurate completamente, oggi, da doveri di schieramento.
Nella recente legislatura, in assoluta buona fede e con la convinzione di fare sempre il bene della Calabria, si sono sperimentati metodi e strumenti sicuramente innovativi rispetto al passato, ma che si sono rivelati in buona parte inadeguati per provocare quella netta inversione di tendenza e quel forte impatto che la spesa comunitaria doveva e deve provocare sul tessuto economico e produttivo della Calabria e sulla qualità della vita dei Calabresi.
E’ mancata anzitutto da sempre una preliminare e progressiva analisi degli effetti prodotti dalle successive programmazioni, che, come è notoriamente e purtroppo dimostrato, sono stati largamente deficitari rispetto ai risultati attesi, sia per mancanza di reale interesse di larga parte della burocrazia “dominante”, ma soprattutto per incapacità e mancanza di visione strategica della classe politica.
All’inizio di questa nuova legislatura, occorre dimostrare di aver ben compreso questa lezione, facendo tesoro degli errori e tentare di intraprendere strade nuove, proprio sulla base dei modesti risultati ottenuti in termini di nuova occupazione e di sviluppo duraturo largamente atteso, individuando strumenti più efficaci, soprattutto nella fase di gestione di questa che probabilmente rappresenta una delle ultime occasioni di accompagnamento comunitario.
Il “Deficit di Governance” in questa lunga fase è stato un ostacolo determinante, e quasi insuperabile, per dare efficacia agli interventi frutto di una programmazione non sempre lucida, con politiche ordinarie di settore spesso disarticolate e meccanismi “funzionanti” a compartimenti stagni.
In sostanza, si è verificata una situazione di frammentazione e dispersione dei diversi attori operanti all’interno dei vari Dipartimenti e una mancanza di comunicazione sia verticale (fra organismi di regolazione, enti intermedi, agenzie e soggetti attuatori), che orizzontale (all’interno dell’Amministrazione o fra Enti posti al medesimo livello organizzativo).
Ciò ha prodotto una quasi totale assenza di coordinamento delle strategie di settore, ineludibile quando si tratta di agire, contemporaneamente, su direttrici diverse.
Per questo e per tanti e non meno importanti motivi che Lei conosce molto bene, caro Presidente Oliverio, sottopongo alla Sua valutazione forse la più importante “lezione”, (ma ce ne sarebbero altre che Le risparmio per motivi di spazio) da trarre dalle esperienze passate, a partire da quella della IX^ legislatura.
Sono profondamente convinto che per una efficace attuazione delle politiche di programmazione comunitaria, stante anche la scarsa integrazione fra programmi ed interventi fin qui attuati, urge un netto irrobustimento dell’intero “sistema di governance” di queste politiche di spesa regionale, mettendo in campo uno strumento radicalmente diverso rispetto al passato, anche recente.
Operazione non facile, ma necessaria e inevitabile.
Penso ad una qualificata, robusta e ben attrezzata “Struttura” IMPOSTATA SU BASI AUTONOME ED ALLE DIRETTE DIPENDENZE DELLA PRESIDENZA DELLA GIUNTA, che accolga le migliori esperienze sperimentate positivamente in questi anni, sulla base dei risultati conseguiti e con riferimento alla “mission” attribuita, all’interno dei diversi Dipartimenti ma anche all’esterno.
Una struttura supportata da un efficace sistema di monitoraggio continuo, capace di verificare con cadenza mensile l’avanzamento della spesa nei diversi comparti, sia in termini quantitativi che qualitativi.
Il rischio, caro Presidente, che non può correre è quello delle rimodulazioni successive per incapacità diverse e atteggiamenti deresponsabilizzanti, con conseguenti ritardi comunque irrecuperabili e perdite di tempo per le inevitabili approvazioni della Comunità Europea. La cosa sarebbe tanto più grave ove riguardasse, come più volte avvenuto in passato, settori basilari per lo sviluppo e la crescita della Calabria e dei calabresi.
So che una iniziativa del genere comporterebbe diversi mal di pancia sia a livello politico che burocratico, perché scardinerebbe quel sistema invisibile ma cristallizzato di potere che si annida all’interno dei vari Dipartimenti e che resta una delle cause più gravi nel ritardo della spesa.
Ma è una strada, a mio avviso, obbligata, perché, al di là delle Sue conclamate capacità e ottime intenzioni, la Calabria non può correre il rischio tra qualche anno di tornare a “piangere sul latte versato”.
Con viva cordialità, Le auguro buon lavoro.
Candeloro Imbalzano, presidente uscente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari”