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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Imprenditore ucciso, confessa il nipote di sedici anni I Carabinieri hanno risolto il caso in poche ore. Il commento di Antonio Marziale sulla vicenda

Imprenditore ucciso, confessa il nipote di sedici anni I Carabinieri hanno risolto il caso in poche ore. Il commento di Antonio Marziale sulla vicenda
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Ha confessato l’autore dell’omicidio di Giuseppe Caterisano, il 67enne imprenditore freddato ieri pomeriggio sull’uscio di casa con cinque colpi di pistola: si tratta di un suo nipote di appena sedici anni che, messo alle strette dei Carabinieri, che erano su una pista ritenuta concreta nell’immediatezza del fatto, avrebbe anche fatto ritrovare l’arma del delitto. Il movente sarebbe da ricercare in dissidi per questioni di terreni tra la vittima e i suoi fratelli.

Già nella notte, i Carabinieri hanno sottoposto a stub il ragazzo per verificare, attraverso gli accertamenti tecnico-scientifici, se vi fossero su di lui tracce di residui di sparo. Il 16enne è stato quindi sentito, alla presenza dell’avvocato Luigi Villirilli, fino a stamani quando, verso le 7, ha ammesso le proprie responsabilità ed ha dato indicazioni per fare ritrovare l’arma utilizzata, una pistola automatica calibro 9, priva di matricola.

Gli uomini dell’Arma stanno ancora indagando per ricostruire ogni momento della giornata di ieri della vittima e dell’autore del delitto e determinare con certezza le cause dell’omicidio. Al momento, secondo quanto emerso dalle indagini condotte fino ad ora, il movente sarebbe riconducibile a dissidi di natura economica maturati in ambito familiare. Tra la vittima ed i suoi fratelli, infatti, vi sarebbero stati frequenti discussioni, che andavano avanti da almeno 7 anni. Il pm della Procura per i minorenni di Catanzaro Maria Rita Tartaglia, ha disposto il trasferimento del 16enne nel centro di prima accoglienza per minorenni di Catanzaro.

ANTONIO MARZIALE (GARANTE INFANZIA ED ADOLESCENZA REGIONE CALABRIA)

“Dolore, raccapriccio e rabbia”: sono i sentimenti che prova il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, nell’apprendere che l’assassino dell’imprenditore 54enne ucciso ieri a Crotone, nel corso di una drammatica sparatoria in piazza, sia un congiunto di sedici anni. “Leggo di una pistola detenuta dal ragazzo illegalmente e mi chiedo quanto sia giusto inculcare, per legge, la cultura della sicurezza ‘fai da te’ – spiega il Garante – che poi finisce per generare la convinzione che dietro uno sgarbo, un’incomprensione, tutto sia risolvibile con la violenza. Resto di stucco davanti a sentenze che riconoscono la ‘tempesta emotiva’ quale attenuante generico di femminicidi, con conseguenti e corpose riduzioni di pena. Penso a come e quanto la presenza della ‘ndrangheta nei nostri territori determini reazioni incontrollati. Penso, insomma, ad un corollario di motivazioni in grado di condizionare, indirizzare, i nostri ragazzi alla rabbia più incontenibile, estrema”.

Per Marziale: “Occorre non abbassare la guardia nei luoghi di istruzione, di formazione. Serve continuare quotidianamente, senza stancarsi, a somministrare lezioni e soprattutto esempi di legalità fra i soggetti in età evolutiva. Nel momento in cui si spalancano le porte del carcere per accogliere un minorenne, reo di così atroce delitto, la società tutta ha il dovere di interrogarsi sulle responsabilità che essa stessa produce, con pensieri e linguaggi.” “Vi è la necessità – conclude il Garante – di tornare a fare squadra, come comunità adulta, per recuperare i ragazzi, in balia di un disordine etico e, prima ancora, culturale, che riguarda tutti indistintamente”.