“In Calabria bisogna creare un registro regionale dei tumori” È la proposta lanciata questa mattina da Vincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi
“Tra le nuove attività sanitarie, indirizzate a garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e, quindi, ad evitare i paventati licenziamenti, quella dell’attivazione e della gestione di un unico Registro regionale dei tumori, potrebbe essere una valida proposta da sottoporre, insieme a tutte le altre che sono in corso di definizione, al tavolo tecnico che si terrà lunedì presso il Ministero della salute”.
È la proposta lanciata questa mattina da Vincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi.
“Come ben sappiamo – continua Ursini – la Calabria è una delle pochissime regioni senza un registro regionale dei tumori. L’unico “punto di racconta” ufficiale, sotto forma di registro, è stato istituito nel maggio 2003 presso il Servizio di Epidemiologia e Statistica Sanitaria dall’ex Azienda Sanitaria n. 7. Tale attività è riferita, però, ad una popolazione di circa 250 mila abitanti (dati Istat 2005), su una superficie di 1.635 Km, con una densità di 153 ab./Km ed include 58 comuni. Di tutto il resto si conosce ben poco, se si escludono singole iniziative, comunque lodevoli, attivate da altre Aziende sanitaria ed ospedaliere. Affidare la registrazione e il coordinamento di tutti i dati tumorali alla Fondazione Tommaso Campanella, è il modo migliore per gestire i pazienti oncologici della regione, condizione primaria per programmare interventi sanitari univoci anche per ciò che riguarda l’acquisizione di nuove e più appropriate tecnologie. La gestione del registro tumori, attività di carattere quasi esclusivamente informatica e amministrativa, consentirebbe, inoltre, di dare spazio all’utilizzo di quelle figure professionali che lavorano presso il Polo oncologico con compiti e mansioni diverse da quelle tipicamente sanitarie”.
“È ben noto – spiega Ursini – che i registri tumori producono dati di sopravvivenza per le diverse neoplasie, fornendo un indicatore fondamentale della qualità dei servizi diagnostici e terapeutici nei diversi territori e del suo evolversi nel tempo. Producono, altresì, dati di prevalenza a livello locale e stime di prevalenza a livello nazionale. Tali dati, quindi, sono particolarmente utili, se non addirittura essenziali, per valutare i bisogni sanitari di una popolazione. Il Registro tumori regionale potrà consentire di valutare, organizzare e archiviare in modo sistematico e continuativo le informazioni più importanti su tutti i casi di neoplasia che insorgono nella popolazione calabrese, rendendoli disponibili per studi e ricerche. E chi potrebbe svolgere al meglio tale compito se non la Fondazione Campanella, unica struttura regionale ad avere un rapporto diretto con la Facoltà di Medicina? Sappiamo tutti che le informazioni registrate sono vitali per la ricerca sul cancro. Permettono di studiare le cause di alcuni tumori, di valutare l’eventuale impatto di fattori sociali o ambientali e di valutare l’efficacia dei programmi di prevenzione e di screening. Rilevando l’andamento delle malattie neoplastiche in Calabria, – conclude Ursini – il Registro regionale potrà quindi fornire anche uno strumento utile per il Servizio sanitario nazionale, giustificando al meglio, anche sotto questo aspetto, l’attività della Fondazione”.