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In Calabria c’è chi dorme al freddo sulle panchine, c’è chi viene “sistemato” dalla politica

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“Qual è la specie più alta dell’essere e qual è la più vile? Il parassita è la più vile, ma chi è della specie più alta nutre il maggior numero di parassiti”, iniziare d’impeto con una frase di Nietzsche, desta molta preoccupazione in me.
Eppure in questi giorni di forti trambusti politici se ne stanno vedendo di tutti i colori tanto da lasciarci senza parole per la “spregiudicatezza” in cui vengono perpetrati. Ci ritroviamo come circondati da tanti Conte Attilio di manzoniana memoria a combattere contro di essi cercando di immedesimarci in tanti Don Chisciotte contro i mulini a vento. Solo che nel nostro caso, i “mostri” esistono e sono pure clientelari e discriminatori. E nessuno lo fa per amore di Dulcinea ma per soddisfare quella sete di potere e di trasformismo morale che dobbiamo subirci. Perché anche i “moralisti (senza patente)” fanno la morale. Nelle piazze, sui giornali, nei luoghi istituzionali e non parliamo dei social, pletore di strani individui i quali superano finanche le teorie di Umberto Eco sui “legionari”. Tutti affetti della “Sindrome di Aristotele”, nonostante la loro (dubbia) rettitudine morale, pretendono sempre di avere ragione. La politica di questa “sindrome” è colma di infettati e il guaio maggiore, è il virus che si sta diffondendo.
Evitando la oramai consueta retorica e senza (s)cadere nel linguaggio salviniano e degli accoliti leghisti di specie, sia della prima, della seconda, della terza ora e del lucro perpetuo per opportunità di transumanza alla spinta ideologica del leader del Lega. Proviamo a metterci nei panni del lettore medio che rappresenta la stragrande maggioranza degli italiani e, soffermiamoci solamente ai confini calabresi sulle letture delle varie notizie.
In questi giorni si sta consumando la “guerra dei poveri” nel centrosinistra, da una parte il Pd che non vuole il governatore uscente Mario Oliverio, cercando un candidato della società civile e spingendo per un accordo (come nel risultato infelice dell’Umbria) con i pentastellati. Oliverio dal canto suo non si rassegna come un uomo lasciato dalla sua donna e si appresta a fare una coalizione tutta sua nella speranza che non faccia un “politicidio” ai danni del centrosinistra ed a favore degli avversari del centrodestra. Allo stesso tempo si leggono un susseguirsi di notizie che farebbero rabbrividire anche i vecchi della prima repubblica. Si aprono due condizioni osmotiche, da una parte la stampa riporta quella povera signora costretta a dormire su una panchina per poter lavorare in quanto non può permettersi di tornare a casa per rientrare al lavoro nel turno notturno in un’impresa di pulizie per 300 euro al mese. Vivendo come una senzatetto a Cosenza (Calabria. Provincia dell’attuale governatore e città dell’aspirante tale Mario Occhiuto). C’è da dire per amore di verità che la stessa azienda ha pure smentito le notizie emerse in questi giorni, ma non sta a noi dare giudizi, fatto sta che non è certo una beneficiata dalla politica. Il suo nome è Grazia, solo di nome ma non di fatto.
E poi leggi, cosa leggi? Da alcuni splendidi servizi giornalistici che molti vengono seppur senza titoli prendono incarichi e gestiscono situazioni istituzionali purché fanno parte di presunti “cerchi magici”, compresi presunti bandi cuciti ad hoc.
E non finisce qui perché arriva un’altra notizia e il tutto si consuma, mentre Grazia (di nome, ma non di fatto) dorme sopra una panchina fredda che non è del metrò come canta Baglioni, ma in una piazzetta e si sanno le condizioni di pericolosità perenne specie per una donna. C’è un altro servizio giornalistico che parla di “comandi” e, c’è sempre lo zampino dell’attuale governatore, quello che non si rassegna all’idea di non essere ricandidato e rifiutato dal suo stesso partito. Si tratta di due coniugi “beneficiati”. Moglie con un incarico “a tempo” nell’Aterp e il marito, professore di ginnastica e nel pezzo in questione si legge, “uno dei membri più influenti del cerchio magico del governatore”, viene affidato un “comando”, come “responsabile amministrativo presso la struttura ausiliaria” del dipartimento Presidenza, fino al 31 agosto 2020. E intanto Grazia (di nome, ma non di fatto) dorme su una panchina al freddo in una piazzetta di Cosenza.
Per amor di Dio queste “cortigianerie” ci sono sempre state anche nelle legislature passate. La condizione del mentre tutto va a rotoli con tassi di povertà drammatici nel Mezzogiorno in barba a quanto si dice su pseudo classifiche di sviluppo di fondi comunitari, agricoltura tranne la sanità perché è commissariata, altrimenti…ci avremmo scommesso che il San Raffaele di Milano sarebbe stato un ospedaletto di provincia al cospetto di quelli calabresi in tempi di ossessività da candidatura di elezioni regionali. La pletora degli accoliti di corte non va mai in crisi. E tutto questo, definiamolo pure “scandalo” per convenzione, si consuma in ogni realtà, tralasciando poi i collaboratori negli uffici dei consiglieri regionali, roba atavica e stantia senza alcun ritegno umano e morale. Ci sarebbero anche molte realtà locali che in barba a crisi economiche e quasi default, nominano staff, consulenti, assessori e altro ancora appartenenti ai vari “cerchi magici”. Uno stipendio non si nega a nessuno. Ma, oltre alla grande indignazione che hanno prodotto nell’opinione pubblica ben evidente specie nei social, oramai una vera e propria pancia del paese. Nessuna reazione, solo indifferenza e, come sempre, se il fatto non fosse il loro, come se la colpa è di chi li sgama non di chi li perpetra. E addirittura continuano imperterriti, con la solita morale nel web, nelle piazze e nei loro orticelli. Ovviamente, sempre affetti dalla sindrome di Aristotele. È pur vero che alcuni dei “muti di Zorro” stanno in silenzio perché anch’essi beneficiati, come in un circolo vizioso, chi ha ricevuto un incarico, chi un favore a un congiunto e chi un disbrigo di una pratica, e l’Italia e con essa, la Calabria dei poveri e delle persone che non hanno i nemmeno i soldi per le merendine da dare ai loro figli. E le tapparelle si abbassano come un proscenio di ignavia.
E intanto mentre lo sperpero (clientelare) è evidente, il favoritismo pure, c’è chi in Calabria nel terzo millennio, Grazia (di nome, ma non di fatto) dorme di notte sopra una panchina al freddo. E poi ci chiediamo perché la Lega e Salvini sbaraglia ovunque? Beh, chiediamocelo!