Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 26 DICEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

In Calabria infiltrazione mafiosa al 27%

In Calabria infiltrazione mafiosa al 27%

| Il 03, Feb 2011

Serve un piano di azione sistematico

In Calabria infiltrazione mafiosa al 27%. Serve un piano di azione sistematico

Serve un piano di azione sistematico

 

REGGIO CALABRIA –  Il dato, emerso nella relazione del Procuratore Capo di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, sull’infiltrazione del fenomeno mafioso nella popolazione che in Calabria toccherebbe un pauroso 27%, il più alto in Italia, è l’ennesima conferma della condizione di completa illegalità nella quale viviamo, da potenziale guerra civile.

Sapere che in Calabria un 27% della popolazione vive a vario titolo di economia e regole mafiose senza per questo che sussista una vera e propria guerra dichiarata e condotta dalla popolazione e dallo Stato è, quanto meno, preoccupante. Se questa guerra democratica non parte, se lo Stato continua a guardare immobile e passivo, è legittimo pensare che tale percentuale possa aumentare perchè il mare di soldi e di mezzi della criminalità può creare crescente consenso e aggregazione.

Il problema vero, crediamo, non è solo arrestare i latitanti. La questione vera è offrire a forze dell’ordine e giudici i mezzi massicci ed adeguati per sostenere la lotta permanente contro il fenomeno mafioso. Economici, politici, legislativi. Ed a questi aggiungere un lavoro costante per un credibile progetto di sviluppo economico per l’intera regione, tale da offrire occasioni di crescita duratura, razionale e sostenibile.

Solo queste due azioni, perseguite attraverso un disegno sistematico e caparbio, possono testimoniare l’impegno di una politica nuova, di un Governo, di uno Stato serio ed impegnato.
Solo queste due azioni sono in grado di restituire alle famiglie, ai giovani, ai disoccupati con un piede dentro la fossa dell’economia mafiosa, la speranza e la voglia necessarie per uscire dal tunnel o per non entrarci proprio, rendendo l’ingresso nel circuito mafioso “sconveniente” e “troppo pericoloso”, per usare le parole del magistrato Nicola Gratteri.

Il resto è chiacchiericcio, sterile pubblicità. L’arresto di singoli latitanti è sì importante, ma, al cospetto di  un fenomeno cosi prepotente e complesso, rischia di divenire un evento isolato e quasi inutile se non inserito nell’ambito di un percorso che contempla le azioni già menzionate.

Se non inserito in un sistema per il ripristino dello Stato di diritto.

Il resto ricorda molto le tante opere pubbliche isolate, celebrate dai LaQualunque di turno che, non integrate in un progetto complessivo di sviluppo del territorio, sono a solo beneficio dei pochi imprenditori che si beccano le prebende e degli amministratori che ne fanno motivo di stupido vanto elettorale.(Ulixes)