Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MARTEDì 03 DICEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

“In questi mesi non potevamo fare di più” Il sindaco di Rossano ai dipendenti: "Ho sofferto in silenzio"

Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

ROSSANO (Cs) – Non potevamo fare di più di quello che abbiamo
fatto in questi 21 mesi circa di governo locale. In molte occasioni ho dimostrato una
pazienza che non mi riconoscevo prima. Non ho mai inseguito o avvalorato dietrologie
né maldicenze. Non ho mai tolto il saluto a nessuno e non ho fatto prigionieri. Credo,
anzi, di aver instaurato un rapporto completamente nuovo e diverso dal passato nella
relazione amministratori-dipendenti. Ho sempre rispettato tutti, nessuno escluso,
confrontandomi sempre alla pari e su tutto.
Sono, questi, alcuni dei passaggi principali nell’ultimo intervento del Sindaco di Rossano Stefano
MASCARO che nella mattinata odierna (venerdì 30 marzo), insieme alla Giunta ed alla presenza
del Segretario Generale Nicola MIDDONNO e dei dirigenti, ha voluto salutare tutti i dipendenti
nella Sala Consiliare.
Forse ho sbagliato qualcosa – ha continuato interrotto più volto dalla commozione il Primo
Cittadino – e se così è stato me ne scuso. Ma è stato difficile e complesso. E posso garantirvi che
ho sofferto, tante volte, seppur in silenzio. Perché non ho mai capito e non capisco, ad esempio,
quanti sono disposti ad abbassare il livello della Politica per far carriera o quelli che sputano
addosso a chi amministra. Perché non si fa, mai. Ho sempre preservato rispetto per le istituzioni e
chi le rappresenta, un rispetto sacro, così come ho dimostrato in questi mesi anche ad esempio nel
rapporto preferito con tutti gli ex sindaci presenti in Consiglio che ho sempre sentito ed ascoltato.
Ribadisco anche a voi – ha aggiunto – l’auspicio di pace e di serenità, che abbiamo fatto nostro
con gli 80 mila ramoscelli d’ulivo di ROSSANO portati nella DOMENICA DELLE PALME al Papa in
Piazza San Pietro a ROMA, per e nel saper costruire, insieme con CORIGLIANO, la Città unica che
parte ufficialmente domani SABATO 31; e che dovrà essere il motore anche culturale e spirituale di
tutto il territorio, soprattutto per i comuni dell’entroterra che si stanno purtroppo spegnendo ed ai
quali il nuovo comune dovrà guardare con attenzione diversa dal passato.
Per quel che ci riguarda – ha sottolineato – non lasciamo rogne e problemi a quanti verranno dopo
di noi, sicuramente lasciamo una situazione finanziaria migliore di quella che abbiamo ereditato. In
questi quasi due anni abbiamo fatto tante cose e, tra queste, abbiamo investito per dare alla Città,
soprattutto ai giovani, nuove infrastrutture sportive e sulla sicurezza scolastica con i nuovi
scuolabus a beneficio di alunni e famiglie. Abbiamo fatto – ha aggiunto – della promozione del
centro storico, della cultura e dei nostri marcatori identitari distintivi la bussola della comunicazione
strategica del comune e della sua programmazione turistica che, per la prima volta nella storia
cittadina, è stata anche riconosciuta beneficiaria di un finanziamento regionale triennale di oltre
300 mila euro. Ed abbiamo garantito alla Città del Codex, attraverso tante iniziative di qualità,
messe in piedi con poche risorse, in tutti i periodi dell’anno e con ospiti e testimonial di fama
internazionale, una visibilità che non ha precedenti: dalla Primavera nazionale del FAI 2017 alla
visita, a gennaio scorso, di Giancarlo GIANNINI, che sarà la voce narrante del primo docufilm sul
CODEX, se raggiungeremo tutti insieme l’obiettivo dei 250.000 euro di raccolta popolare con il più
grande progetto di crowdfunding civico, quello di ROSSANO, mai sperimentato in Italia. E per il
quale, adesso, c’è bisogno del contributo e del sostegno di tutti, andando su www.ulule.com/codex
ed effettuare donazioni a partire da 5 euro.
Dobbiamo volerci più bene – ha concluso MASCARO rivolgendo a tutti i dipendenti ed alla Città di
CORIGLIANO-ROSSANO gli auguri di Buona Pasqua – e diventare realmente protagonisti, ciascuno
nel proprio ruolo, di un avvenire diverso per la nostra terra.