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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 05 NOVEMBRE 2024

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In tempi di pandemia anche per la Calabria l’appartenenza all’Europa è una speranza e una necessità Il 9 maggio si festeggia l'Europa

In tempi di pandemia anche per la Calabria l’appartenenza all’Europa è una speranza e una necessità Il 9 maggio si festeggia l'Europa

Di Guido Leone (già Dirigente tecnico USR Calabria)

Il 9 maggio 2021 anche la Calabria festeggia la Giornata dell’Europa e quest’anno segna il 71°della Dichiarazione Schuman da cui nacque la Comunità europea.
Con l’allargamento abbiamo dimostrato che intendevamo veramente rendere l’Europa globale e libera:oggi più di 500 milioni di uomini e donne in 28 democrazie vivono in una Unione che condivide istituzioni, una moneta, un concetto di giustizia. Mentre altri Paesi bussano alla porta.
Certo, la crisi economica e sociale di questi ultimi anni, nel mezzo di una tempesta iniziata altrove, ha messo alla prova la determinazione comune.
Tuttavia gli europei che si esprimono positivamente sull’Ue sono aumentati di 10 punti percentuali, rispetto all’autunno 2019, arrivando a un totale del 50%. Lo rivela un nuovo sondaggio del Parlamento europeo, in base al quale gli italiani intervistati che hanno un’immagine positiva o molto positiva dell’Ue si assestano al 43%, con 11 punti percentuali di aumento rispetto all’autunno 2019. I
In Italia il 52% degli intervistati ritiene che il paese abbia beneficiato dell’appartenenza all’Unione, innanzitutto in termini di cooperazione tra gli Stati e diesa della pace, di maggiori opportunità di lavoro e capacità di far sentire la propria voce nel mondo.
Sebbene il dato sia il più basso dell’UE (media UE:72%),si registra un aumento di dieci punti percentuali rispetto a giugno 2020.
I cittadini italiani chiedono, fra le priorità, anche misure per garantire la piena occupazione (29%).
Infine la pandemia e altre sfide globali come l’emergenza climatica sono alla base della richiesta dei cittadini di una riforma dell’Ue.
Ora, non vi è chi non veda e riconosca indispensabile, nella nuova fase politica in cui è entrata la costruzione dell’Europa, la funzione della scuola, perché essa dipenderà anche dalla possibilità che si realizzi un grande spazio europeo dell’istruzione e della formazione, senza il quale sarà difficile costruirla.
La nuova Europa di questo decennio dovrà irrobustirsi nelle scuole contro i tentativi dei disfattisti ed un antieuropeismo strisciente. Gli ambasciatori di questa Europa sono e saranno i giovani. Non sono slogan, ma la pura e semplice realtà.
Basti pensare alla Generazione Erasmus che dal 2014 al 2019 ha visto partire per studio o per tirocinio in totale 180.251 studenti italiani mentre ne ha ospitato di stranieri 124.377, di cui in Calabria 872.
Erasmus, ora, riparte con fondi raddoppiati e la volontà di coinvolgere maggiormente le scuole superiori. Dotazione complessiva di 26,2 miliardi di euro. Se si considerano i 2,2 miliardi per strumenti di cooperazione extra UE si arriva ad un budget che doppia le risorse stanziate tra il 2014 e il 2020 (14,7 miliardi). La Commissione Europea vuole spingere sulla mobilità degli studenti, di fatto mai decollata. Come? Semplificando la burocrazia e aumentando le risorse. I nostri liceali potranno così studiare all’estero per un intero anno scolastico.
All’Italia per la mobilità di docenti e alunni sono destinati quasi 24 milioni di Euro. La mobilità degli alunni diventa, dunque, una priorità e le scuole che la prevedono verranno molto probabilmente finanziate. L’ambizione è quella di avere uno spazio comune europeo dell’istruzione, in cui i ragazzi usciti dalla scuola abbiano il proprio diploma riconosciuto in un altro Paese, in modo che sia più facile iscriversi in una qualsiasi università europea. Speriamo che le scuole colgano questa opportunità.
Fino a poco tempo fa è stato di moda parlare male dell’Unione Europea (ora certamente di meno dopo i finanziamenti previsti col Recovery Fund per oltre 200 miliardi), criticare con forza la sua mancata coesione, la sua moneta forte e debole nello stesso tempo. Certo, tutto questo è legittimo ma forse dovremmo anche ricordare l’enorme investimento fatto dall’UE in particolare nel mondo della scuola, anche calabrese, dove, nel corso di questi anni, le attività proposte nelle classi, assolutamente gratuite, sono state moltissime e variegate, dal rafforzamento dei servizi e delle strutture per l’istruzione e la formazione al miglioramento dei processi di apprendimento, qualificazione e crescita professionale e per la riqualificazione degli edifici scolastici.
Basti pensare al piano di finanziamento POR 14-20 che, solo per i due Assi prioritari 11 (FSSR) e 12 (FSE), l’ammontare della somma tocca i 232.071.306 euro. Mentre per tutti e 14 gli Assi prioritari raggiunge un totale di 2.378.956.842 euro .
Certo non tutto è stato utilizzato al meglio, si poteva fare di più e con risultati più incisivi ma cosa mai avrebbe potuto fare da sola la nostra poverissima scuola.
Uno sforzo finanziario così ingente aveva ed ha alle spalle un grande progetto dell’UE: l’unione dei popoli europei attraverso il linguaggio della cultura che è sperabile sia potenziato.
Come ricorda Eurispes Calabria,”i fondi strutturali e la programmazione 2021- 2027 , a fronte del sostanziale fallimento della programmazione 2014- 2020, sono in questa luce una opportunità straordinaria che per essere colta ha bisogno di un cambiamento a 360° sia nella strategia che nell’attuazione. Il poco o male fatti fino ad oggi deve essere immediatamente corretto perché quella che abbiamo oggi è una opportunità straordinaria per far crescere la Calabria”.
La gestione delle risorse che va, dunque, rafforzata, resta una sfida ancora complessa che la Calabria può e deve vincere, così come è importante la socializzazione della ricaduta di questi investimenti.
Ricordando, infine, che occorre una nuova pedagogia della cittadinanza perché l’Europa di oggi e del domani non potrà essere realizzata senza o contro i giovani e che non si costruisce l’Europa senza e tantomeno contro il Mediterraneo, dove la nostra Calabria svolge la funzione di regione cerniera a cavallo di due grandi culture. Sarebbe come formare una persona senza tener conto o contrastando la sua infanzia e la sua adolescenza.