Inaugurazione carcere Arghillà, Talarico: “Risposta moderna dello Stato”
redazione | Il 23, Lug 2013
Nicolò: pagina storica di efficienza
Inaugurazione carcere Arghillà, Talarico: “Risposta moderna dello Stato”
Nicolò: pagina storica di efficienza
REGGIO CALABRIA – “Il nuovo carcere di Arghillà è una risposta moderna, tecnologicamente all’altezza della sfida che lo Stato italiano, rappresentato dal ministro Annamaria Cancellieri, intende democraticamente affrontare, come più volte ha sollecitato il presidente Napolitano, per dare risposte alla domanda di sicurezza ed ai bisogni della popolazione carceraria”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico che oggi ha partecipato all’inaugurazione del nuovo carcere reggino di Arghillà, che ha una capienza complessiva di 350 posti. “Questa struttura di Arghillà – ha aggiunto il presidente Talarico – può aiutare la società italiana a percepire finalmente il carcere non come un luogo avulso dalla realtà che lo circonda. Sono del parere che esso sia, ed in tal senso Arghillà può diventare assieme ad altre realtà italiane un esempio da imitare, un presidio democratico del disagio sociale. Un luogo in sostanza non separato ma aperto e dove il principio costituzionale della pena intensa come riabilitazione della persona che ha sbagliato possa essere concretizzato”. “Vorrei richiamare l’attenzione, tuttavia – ha concluso il presidente Talarico – mentre si procede nello svecchiamento delle strutture carcerarie e si creano spazi più umani e dignitosi per i reclusi, sulle politiche della prevenzione sociale, che di per sé sgraverebbero la società di costi enormi, e sulle politiche, altrettanto urgenti, della reintegrazione dell’ex detenuto nella società, cosi da evitare ricadute e conflitti ulteriori”.
Nicolò: pagina storica di efficienza
“Legalità e sicurezza quali scelte sociali prioritari per ridisegnare il nuovo sistema carcerario calabrese nell’ottica di una ‘nuova’ dignità del detenuto: è questo il messaggio più importante che si lega all’inaugurazione del carcere di Arghillà che scrive una pagina storica in termini di operosità, efficienza ed affermazione della centralità della persona”. Lo afferma, in una nota, il vicepresidente del Consiglio regionale Alessandro Nicolò che ha partecipato alla cerimonia d’inaugurazione della struttura penitenziaria. “Venticinque anni – prosegue – segnati da una lenta burocrazia e da ritardi che hanno sempre rimandato al domani quello che era una esigenza fondamentale: dotare il nostro territorio di strutture adeguate e moderne dove il reo possa realizzare il suo reinserimento sociale e lavorativo. Per anni, abbiamo denunciato come le condizioni fatiscenti che accompagnano le carceri italiani, di fatto abbiano alimentato atteggiamenti autolesionistici e forme di aggressività che la cronaca, in tutto questo tempo, ci ha tristemente consegnato. Ebbene il taglio del nastro da parte del Ministro Cancellieri rappresenta un momento storico per la comunità calabrese e per la città di Reggio Calabria, il segno concreto e tangibile della vittoria dello Stato in una terra dove la criminalità alza continuamente la testa, ed anche l’esempio di buona politica che produce risultati mettendo in campo un’azione di velocizzazione per il completamento della struttura”. “Il sistema penitenziario – afferma Nicolò – costituisce uno degli indicatori di civiltà di uno Stato che non pensi solo a comminare ‘vendette’, ma che sia garante delle parti. Un sistema che diventi immagine reale della democrazia compiuta e dei diritti dei detenuti quali principi fondanti della nostra Costituzione che la sentenza di Strasburgo e la conseguente condanna dell’Italia hanno riportato nella più stringente attualità e drammaticità. La riconquista dei diritti umani passa da eventi come quello odierno, dalla nascita di un nuovo presidio di legalità in una terra certamente difficile, ma dove, grazie alla sinergia istituzionale, i grandi risultati e i grandi traguardi sono comunque possibili. Ed è in questo contesto che faccio mio l’augurio del Ministro Cancellieri affinchè, dopo Arghillà, Reggio abbia anche il suo nuovo Tribunale”.