Inchiesta Parco Romani, rigettata istanza dissequestro Biagio Cantisani
redazione | Il 03, Gen 2013
Il tribunale del Riesame non ha accolto la richiesta dell’architetto indagato che mirava a riottenere atti e documenti posti sotto sequestro nell’ambito delle indagini sul parco commerciale che ipotizza i reati di tentata truffa e tentata percezione di fondi pubblici
Inchiesta Parco Romani, rigettata istanza dissequestro Biagio Cantisani
Il tribunale del Riesame non ha accolto la richiesta dell’architetto indagato che mirava a riottenere atti e documenti posti sotto sequestro nell’ambito delle indagini sul parco commerciale che ipotizza i reati di tentata truffa e tentata percezione di fondi pubblici
CATANZARO – Il tribunale del riesame di Catanzaro ha rigettato il ricorso presentato dai legali di Biagio Cantisani, indagato nell’ambito dell’inchiesta sul Parco commerciale Romani in qualità di funzionario del Comune di Catanzaro, contro il sequestro effettuato su disposizione della magistratura. Il ricorso mirava a riottenere atti e documenti sequestrati nel corso di alcune perquisizioni. Nell’inchiesta, condotta dai sostituti procuratori della Repubblica Carlo Villani e Alberto Cianfarini, sono indagate dieci persone, accusate, a vario titolo, di tentata truffa e tentata percezione di fondi pubblici.
Al centro delle indagini c’è la permuta fatta dalla società Argento, di cui era socio Gaetano Romani, con il Comune che acquisì due immobili di proprietà degli imprenditori Giuseppe Gatto e Giuseppe Speziali. La permuta doveva servire a compensare un debito di oltre tre milioni di euro che Romani aveva col Comune. All’attenzione dei magistrati c’è poi la decisione dell’Amministrazione comunale di centrosinistra, tramite la municipalizzata Catanzaro Servizi, di realizzare il centro fieristico nel Parco Romani con l’utilizzo di un finanziamento pubblico di circa cinque milioni di euro.