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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Acqua dell’Alaco non potabile, chiuse le indagini. La Procura di Vibo invia l’avviso a 36 persone

| Il 07, Apr 2014

La Procura di Vibo ha chiuso le indagini sull’acqua non potabile dell’invaso dell’Alaco avviate nel 2012. Gli indagati in tutto sono 36. L’invaso artificiale dell’Alaco è utilizzato per fornire di acqua numerosi comuni del Vibonese e del Catanzarese

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Acqua dell’Alaco non potabile, chiuse le indagini.
La Procura di Vibo invia l’avviso a 36 persone

La Procura di Vibo ha chiuso le indagini sull’acqua non potabile dell’invaso dell’Alaco avviate nel 2012. Gli indagati in tutto sono 36. L’invaso artificiale dell’Alaco è utilizzato per fornire di acqua numerosi comuni del Vibonese e del Catanzarese

 

 

VIBO VALENTIA – La Procura di Vibo Valentia, guidata dal procuratore Mario Spagnolo, ha chiuso le indagini avviate nel 2012 che coinvolgevano 36 persone, tra cui anche i sindaci di Vibo, Nicola D’Agostino, e quello di Catanzaro, Sergio Abramo (anche se nell’occasione le indagini riguardavano la sua posizione di presidente del Consiglio di amministrazione della Sorical), che dovevano rispondere vario titolo nell’inchiesta sull’acqua non potabile dell’invaso dell’Alaco. L’attività investigativa, coordinata dal pm Michele Sirgiovanni, è stata portata avanti dai Carabinieri del Nas di Catanzaro e dal Corpo forestale dello Stato di Vibo Valentia che si sono avvalsi dell’ausilio di consulenti e specialisti della materia.
Gli indagati sono accusati di avvelenamento colposo di acque, inadempimento di contratti di pubbliche forniture, omissione in atti d’ufficio e interruzione di un servizio di pubblica utilità. I carabinieri del Nas ed il Corpo forestale hanno notificato gli avvisi. Restano sequestrati l’invaso dell’Alaco e l’impianto di potabilizzazione in quanto i trattamenti in atto potrebbero, ad avviso degli inquirenti, risultare non idonei. Quanto alla rete di distribuzione dell’acqua, la Procura ha proceduto al dissequestro dei soli impianti che allo stato non risultano utilizzati, confermando invece il sequestro per gli altri impianti in quanto anche nei siti con giudizio di conformità emesso dall’autorità sanitaria, i custodi giudiziari avrebbero rilevato la persistenza di visibili criticità.