“Incidente Brancaleone: urge immediata messa in sicurezza” Lo dichiara Vincenzo Crea, referente unico dell’Ancadic
Bisogna aspettare sempre la tragedia affinché se ne parli, senza però giungere ad una soluzione del problema che dopo qualche giorno, come da prassi consolidata, finisce nel dimenticatoio per essere successivamente ripreso al prossimo funesto evento. Ci riferiamo all’ultimo tragico incidente ferroviario di Brancaleone ove lo scorso mercoledi sono stati uccisi da un treno in transito due bambini e la loro mamma è ancora ricoverata presso l’ospedale Metropolitano di Reggio Calabria in gravissime condizioni. Si parla di sottopassi che sono cunicoli impraticabili per la presenza di vegetazione, sterpaglie e per la loro ristrettezza. Va detto che non si tratta di sottopassi pedonali, bensì di tombini idraulici che per legge non possono essere utilizzati quali passaggi pedonali, la loro funzione è tutt’altra e il loro ripristino e utilizzo quali sottopassi pedonali comporta violazione di legge ed in tal caso autorizzati dalla Pubblica Amministrazione competente.
Nonostante la tragedia, i pedoni continuano ad attraversare i binari per recarsi a mare non avendo percorsi alternativi. Si deve tenere conto che oltre al rischio ferroviario incombe su di loro il rischio stradale. Invero gli stessi dopo aver parcheggiato le proprie macchine lungo la strada statale n.106 sia in destra che in sinistra, creando pericolo alla viabilità si accingono ad attraversare, a volte in processione, con sedie sdraio, ombrelloni, borse e quant’altro, la pericolosissima “strada della morte” rischiando di essere spazzati via dai veicoli che la percorrono a velocità non commisurata rispetto alle condizioni ambientali. Il rischio aumenta in quanto accade che gli automobilisti si fermano per far passare i pedoni e i mezzi che seguono effettuano il sorpasso di quelli fermi rischiando di travolgere i passanti..
Questa ulteriore condizione di grave pericolo è stata da noi più volte segnalata e sollecitati gli interventi di messa in sicurezza, riferita al tratto di strada statale n.106 che attraversa il territorio di San Lorenzo Marina. Condizione di alto rischio che andava e va estesa a tutte le altre analoghe situazioni presenti lungo la fascia costiera jonica reggina, tutto resta lettera morta in attesa di parlarne nel prossimo evento.
Su tale problematica e sull’attività svolta dalla scrivente associazione, con la collaborazione dell’associazione “Amici di Raffaele Caserta” di Melito di Porto Salvo sono stati notiziati, mediante invio di copiosa documentazione, tutti i 97 Sindaci della Città Metropolitana di Reggio Calabria, affinché portassero avanti nelle opportune sedi istituzionali le problematiche da noi segnalate. Per quanto ci risulta non sono state intraprese idonee iniziative.
Il pericolo non si rimuove con la pulizia e l’utilizzo dei tombini idraulici ferroviari e stradali, interventi che sicuramente vanno fatti ma per uso pluviale. Bisogna realizzare interventi seri a salvaguardia dell’incolumità dei cittadini e se si vuole fare utilizzare le nostre spiagge della città metropolitana per uso balneare e turistico è necessario costruire dei sottopassi a norma di legge e questo speriamo avvenga con la realizzazione della nuova E90 e la nuova ferrovia. Nel frattempo, poiché i tempi sono lunghi, le ferrovie dello Sato, proprietarie dei binari devono provvedere a recintare la propria proprietà ferroviaria, tra l’altro obbligo previsto dalla legge, e quindi impedire il passaggio a persone, animali e quant’altro. Da anni assistiamo a questi eventi disastrosi senza che nessuno provveda, per noi si tratta di omissioni.
Ai Sindaci l’onere immediato di chiudere i sottopassi che accedono ai corsi fluviali per raggiungere la spiaggia, con il contributo della Città Metropolitana, ex Provincia di Reggio Calabria, titolata a garantire i corsi fluviali sapendo che in questi corsi è vietato per legge il libero transito. L’ANAS, che in mancanza della E90, ancora utilizza la vecchia Statale per il traffico veicolare provinciale deve vigilare ed impedire che da questa ex 106 vengano eseguiti accessi sconsiderati, vedi quelli di Palizzi ed oltre. Ai Commissari del Comune di Brancaleone che agiscono con legge speciale, di farsi carico di questa organizzazione veicolare che attraversa il proprio territorio in collaborazione con la Prefettura di Reggio Calabria, visto che da questa dipendono.
Al Presidente Oliverio di non fare mancare a questa Amministrazione Speciale maggiore vicinanza e contributi economici che spesso non possono risolvere in amministrazione ordinaria commissariale. Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, cui noi Onorevolmente ci siamo sempre riferiti, la preghiera di finanziare finalmente questa ex 106, di cui il Megalotto 5 Reggio/Melito è già progettato e a seguire, e ferroviaria.
Bando alle diatribe della Torino – Lione ecc , abbiamo superato da tempo il centenario dell’Unità d’Italia e qui siamo all’anno zero. Non sta a noi fare questo tipo di disquisizione, però ci viene suggerito dal senso civico e dal rispetto delle leggi a tutti i livelli pubblici e privati. Questo è quanto per l’ennesima volta da noi sollecitato.
Vincenzo Crea
Referente unico dell’ANCADIC
e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”